Gettare il sasso per poi ritirarsi e, dal loggione della presunta superiorità culturale, osservare l’effetto che fa.
È storia vissuta e stravissuta: provocare, proponendo trovate editoriali discutibili (per geolocalizzazione, non per stile) e poi tacciare di arretratezza chi non accoglie favorevolmente l’iniziativa.
C’è del sadico, in tutto ciò: puro piacere di godere delle reazioni di pancia.
Col gusto e la precisione algebrica del ragazzino che, munito di lente d’ingrandimento e ramoscello, si diverte a sfruculiare il formicaio.
Ovviamente, non tutti dispongono degli strumenti adeguati per incassare indifferentemente.
Il tranello, applicato con cura, ha fornito gli effetti sperati: il libro in questione è stato pubblicizzato a dovere, venderà il triplo altrove e Salerno verrà accusata di chissà quale assurdo ostracismo nei confronti di certi colori.
Colori che, Storia alla mano, hanno rappresentato prima noi: nati a dieci passi di distanza dalla Pinacoteca Provinciale.
Alfredo Mercurio