Secondo le previsioni, tra il 2024 e il 2026, si perderanno 153 posti dirigenziali e conseguentemente lo stesso numero di istituti scolastici. “In termini assoluti è il numero più alto d’Italia – ha detto la segretaria Flc – anche se in termini percentuali la perdita è del 16% il dato è allarmante. Già a partire dal prossimo anno scolastico 2023/2024 solo in provincia di Salerno il dimensionamento riguarderà 41 istituti scolastici che non sono riusciti a raggiungere la soglia minima di alunni imposta dal Ministero. Una situazione che in termini occupazioni e sociali avrà ripercussioni disastrose per il nostro territorio, il più vasto della Regione. Il nostro sindacato, in virtù degli effetti che si profilerebbero, a tutela dei lavoratori e della popolazione scolastica ha già approntato numerosi ricorsi il cui esito sarà noto nei prossimi mesi”.
Maria Teresa D’Alessio di concerto con il sindacato campano e nazionale, oltre a condurre una battaglia sindacale e legale invita alla mobilitazione le istituzioni scolastiche colpite dal taglio della riforma, le comunità e i Comuni che verrano privati delle scuole. “Solo facendo fronte comune, con istituzioni e comunità locali potremo far sentire la nostra voce e evidenziare i danni che questa riforma provocherà – ha detto la segretaria Flc Salerno -. Da settembre cominceremo un ciclo di assemblee nelle scuole e nelle comunità colpite dal provvedimento per discutere le forme di lotta e legali più consone”.
“La cancellazione degli istituti, sottodimensionati secondo gli standard stabiliti dal Ministero, non è il solo effetto negativo di questa riforma, oltre a perdere un consistente numero di posti di lavoro: dirigenti scolastici, Dsga, personale Ata si impoveriranno le piccole comunità e aumenterà il fenomeno della dispersione scolastica. La Campania è una delle regioni con il più alto numero di abbandono della scuola dell’obbligo e il dimensionamento scolastico aumenterebbe questa quota già elevata. I dirigenti scolastici si troverebbero in grosse difficoltà a controllare il fenomeno, ad attivare tutte le procedure previste, perdendo di vista così i più fragili con una ricaduta ancora più disastrosa sul tessuto sociale di questa Regione”.
Secondo la Flc che a livello nazionale si sta battendo affinché la riforma sia bloccata, l’autonomia differenziata provocherebbe ripercussioni economiche e sociali, allargando il divario tra Nord e Sud e provocando una diversificazione salariale e contrattuale del personale scolastico che andrebbe ad alimentare il fenomeno migratorio-occupazionale.