Le fiamme hanno ridotto in cenere la statua e la montagna di indumenti ai quali la Venere si appoggiava. Ignota al momento l’origine delle fiamme, ma subito dopo l’installazione dell’opera a fine giugno erano già stati avanzati dubbi sulla sicurezza dato che la Venere non era protetta in alcun modo. E il sindaco rivela: “C’era una gara social per bruciare la statua”.
Problemi di sicurezza che erano stati denunciati anche dal deputato Francesco Emilio Borrelli, che paventava il rischio di bravate notturne. Ma Sergio Locoratolo, coordinatore delle attività culturali del Comune, che ha curato il progetto, in un’intervista a “Il Mattino” aveva assicurato che gli stracci erano ignifughi: i panni smessi, aveva chiarito, “sono stati rivestiti di materiale speciale che neutralizza le fiamme; già nella fase di produzione si è pensato a come difenderla non solo dai vandali ma anche da un certo tipo di agenti atmosferici”.
Resta quindi a maggior ragione da chiarire come sia scoppiato l’incendio e come le fiamme abbiamo potuto attecchire su materiale trattato per essere ignifugo.
Intanto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, chiarisce che si sta valutando anche “un coinvolgimento di minorenni” nell’incendio. E rivela: “Mi hanno detto proprio dalla Fondazione Pistoletto che negli ultimi giorni c’era una specie di gara sui social di gente che invitava a bruciare la statua. Purtroppo viviamo in una società in cui questi atti di violenza gratuita sono all’ordine del giorno. Ho sentito il questore e sono pienamente impegnai. Siamo fiduciosi che si possa individuare il responsabile”.
L’obiettivo dell’installazione era quello di proiettare Napoli in una dimensione internazionale facendo riflettere cittadini e turisti nell’ambito del programma “Napoli contemporanea” voluto dal Comune. Durante l’inaugurazione lo scultore Michelangelo Pistoletto aveva spiegato che “gli stracci sono dei rifiuti e la Venere, che viene dalla storia e dalla bellezza, li rigenera e di colpo gli stracci diventano opera d’arte e ritornano a vivere. Ora questa Venere, già esposta in città diverse volte, è diventata così grande perché è stata considerata un’icona del nostro tempo ed è presentata in una dimensione iconica per il luogo in cui si trova”.
E il sindaco Gaetano Manfredi aveva aggiunto che il programma culturale vuole essere il segno di una Napoli fiera della propria storia e tradizione, ma che è anche proiettata verso il futuro attraverso la proposizione di opere che fanno discutere sui grandi temi del presente proprio come la Venere degli stracci che unisce l’arte classica con i temi della povertà e della sostenibilità”.
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