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Ordinanza “affama piccioni” del Comune di Salerno, se ne chiede modifica o annullamento

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Il Comune di Salerno dichiara guerra ai colombi urbani e la “soluzione” prevista dall’ordinanza 10/2023 sembra portare ad un’unica strada: affamarli. Sì, perché mentre molti altri comuni italiani scelgono di ridurre drasticamente le nascite dei piccioni nel giro di un paio di anni, in maniera efficace ed incruenta, mappando i punti che questi animali frequentano e somministrando loro mangime contenente un farmaco anticoncezionale che ha portato a risultati molto incoraggianti, a Salerno ci si limita a sollevare in modo eclatante un problema ed a porre divieti, pena salate sanzioni.
Perché nell’ordinanza non vi è traccia, contestualmente all’impedimento per i cittadini di sfamare questi animali, dell’alternativa di alimentarli, da parte del personale preposto, con granaglie trattate con antifecondativi a base di nicarbazina? Si tratta di una sostanza collaudata ed innocua che inibisce la loro fertilità, se distribuita durante la stagione riproduttiva (in particolare, dall’inizio della primavera alla fine dell’autunno). Lo scrive Veg Campania
La specie umana – prosegue Veg –  ha innegabilmente invaso l’intero Pianeta. Le convivenze non sono mai facili, ma il rispetto delle altrui esigenze resta sempre doveroso. Prima di additare una specie come “dannosa”, riflettiamo mai sul fatto che le risorse di Madre Terra andrebbero condivise e che, le nostre abitazioni, sorgono dove prima vivevano questi animali, ai quali abbiamo tolto ogni spazio, tanto da arrogarci il diritto di rimuovere i loro nidi, secondo l’assurdo principio che la loro vita valga meno della nostra?
Ordinanze come queste non sono eticamente accettabili: chiediamo pertanto al sindaco Vincenzo Napoli ed al settore Ambiente del Comune di Salerno, di concerto con la locale azienda sanitaria, di prendere ad esempio amministrazioni decisamente più rispettose del benessere animale. Anche perché, ricordiamo, queste ordinanze “affama piccioni” violano la maggiore giurisprudenza amministrativa dei Tar, che hanno annullato analoghi divieti posti da altri comuni si conclude la nota di Veg Campania
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