“I problemi sono legati esclusivamente ai fattori climatici – sostiene Amato – le abbondanti precipitazioni prima e il caldo intenso poi hanno messo a dura prova la limonicoltura. Altrove hanno perso tutto. Qui siamo riusciti a recuperare il prodotto ma ovviamente la grande quantità di limoni, maturati tutti insieme, ha fatto diminuire i prezzi. E’ la legge del mercato. E’ stata un’annata difficile ma stiamo già studiando soluzioni con l’Università degli studi di Salerno per salvaguardare e mantenere i prodotti al meglio sulle piante, soprattutto alle luce delle mutate condizioni climatiche degli ultimi tempi”.
“Per quanto riguarda le problematiche attinenti al nostro territorio, ci siamo già attivati presso gli organi competenti per trovare quanto prima una soluzione che possa venire incontro alle esigenze della limonicoltura in Costa d’Amalfi. Dire che non sarà più remunerativo coltivare lo sfusato amalfitano – conclude Amato – significa danneggiare un settore vitale per il territorio, che vanta una produzione di 3 milioni annui, 300 imprese agricole impegnate nella coltura e un indotto economico e di occupazione importante per tutta l’area”.