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Addio ad Antonello Di Cerbo, aveva 60 anni: il ricordo struggente di Andrea De Simone

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È morto Antonello Di Cerbo, figura di spicco del Terzo Settore salernitano. A darne notizia il quotidiano Le Cronache sul suo sito web. 60 anni sposato con due figli ha lottato con coraggio e dignità contro un brutto male che alla fine lo ha strappato all’affetto dei suoi cari. Di Cerbo è stato il Fondatore – Ideatore del progetto Rete Solidale. Tutte le attività e strutture sono state da lui pensate e realizzate. Fisioterapista – Psicomotricista, Sociologo, Pedagogista clinico, Direttore Didattico Scuola di specializzazione post università sul terzo settore “A. Gatto”; assistente Cattedra di Sociologia Università degli Studi di Salerno. Dirigente nazionale dello Special Olympics Italia, Istruttore ANIRE per la riabilitazione equestre (Ippoterapista).

E’ stato direttore del Corso Malattie Neuromuscolari II Università degli Studi di Napoli (presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno) Coordinatore e Tutor tirocinanti Facoltà di Scienze della Formazione – Università degli Studi di Salerno. Giornalista e Caporedattore del mensile sulle politiche socio sanitarie RIABILITANDO, editorialista del quotidiano Cronache del Mezzogiorno e di diverse riviste specializzate.
Presidente nazionale del A.I.R. Associazione Italiana Riabilitazione, ha al suo attivo diverse pubblicazioni, tra cui: Progetto Handicap, Handicap e Lavoro, Oltre il Velo, Sistema Persona, Inserimento Lavorativo Fasce Deboli.
Consulente in Qualità di Coordinatore Capo – Staff Segreteria Vice Presidente Commissione Sanità – Consiglio Regionale della Campania.
Presidente Consorzio Handycare Imprese sociali

Andrea De Simone lo ricorda così

IL MIO AMICO GENIALE!
Avevano poco più di vent’anni, Antonello e Carmen, quando sono venuti in Provincia per raccontarmi la loro bella storia di volontariato e di amore.
Due ragazzi sensibili, capaci di sognare e realizzare progetti ambiziosi ed innovativi a favore di persone che vivono condizioni di disagio e di emarginazione.
Li ho ascoltati, incoraggiati e frequentati fino a stabilire un intenso rapporto umano.
Carmen, Antonello e tantissime ragazze e ragazzi hanno contribuito ad attuare la scelta di aprire il palazzo alle istanze di chi non aveva voce.
Palazzo S. Agostino è stato, in quella fase, un laboratorio di innovazione sociale, riconosciuto sul piano nazionale: gli appuntamenti biennali del volontariato a Paestum, la costituente della strada per la riforma della politica, la istituzione della consulta provinciale del volontariato, il convegno nazionale volontariato e politica di Amalfi o progetti di utilità sociale e di cooperazione internazionale che ne sono scaturiti, hanno visto Carmen ed Antonello in prima fila e protagonisti
Antonello, vero genio e visionario, ha mostrato prima di altri, di avere capacità anticipatorie: la carenza di risposte istituzionali richiede servizi qualificati per le persone.

Da una prima sperimentazione di un centro socio-educativo in pochi metri quadri in via Pio XI intitolato a Guido Scocozza, nasce l’idea una grande ed innovativa impresa sociale, fatta di strutture semiresidenziali e residenziali, gestite da operatori ben formati e professionalizzati, in cui gli ospiti sperimentano forme più moderne di servizi domiciliari, alternativi alle tradizionali e superate ghettizzazione cui spesso erano destinati

Nella grande impresa, unica in Italia, c’è il cuore, il lavoro, la capacità, il sogno di un ragazzo dotato di una grande e riconosciuta intelligenza.

Lui era il mio amico geniale con il quale si scambiavano consigli, si discuteva, si litigava, si organizzavano momenti di goliardia e tavoli conviviali.

Tanti gli incontri, qualche allontanamento e poi di nuovo il simpatico ed affettuoso watsapp, con iil quale si annunciava un nuovo incontro.

Perdo l’amico che ho accompagnato all’altare, di cui sono compare e testimone di nozze, unico commensale della cena post matrimoniale da Gemma ad Amalfi, che raggiungiamo incoscientemente con la mia vecchia Appia del 1958.

Il destino è stato ingiusto con te.
Potevi dare ancora tanto a Carmen, a Francesca, a Gianmarco, ai tuoi cari fratelli, a tua mamma ed ai tuoi suoceri, miei amici di vecchia data.

Potevi dare tanta creatività alla straordinaria ed inimitabile impresa sociale, in linea con quanto hai positivamente costruito, alla luce delle nuove sfide che si aprono per combattere vecchie povertà che resistono e nuove emarginazioni che si sommano alla convulsa e tumultuosa evoluzione di questo nostro tempo che ci è dato vivere, fatto di criticità, di incertezza di aumento a dismisura della precarietà e delle ingiustizie, nel Paese, In Europa, nel Mondo.

Potevi dare tanto anche alla politica, che era la tua passione ed amavi ma la politica, questa politica, irretita nella logica dell’io, incapace di visioni di futuro, si è rivelata, come per tanti altri leader della società civile organizzata, ingiustamente ingenerosa con te!

Non dolertene! Le tue azioni e la tua coerente testimonianza di vita, saranno un vigoroso esempio ed un orientamento etico per le nuove generazioni!
Mi manchi tanto amico geniale.
Andrea De Simone

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