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Trasporto animali: costretti a viaggiare fino a 50°C gradi e senz’acqua. “Le raccomandazioni del Ministero non bastano”

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Il caldo estremo di queste settimane condanna milioni di animali allevati a scopo alimentare in Europa a subire condizioni di trasporto ancora peggiori del solito, ma il Ministero della Salute italiano si limita a pubblicare una nota in cui chiede ai conducenti dei camion trasportatori di adottare misure del tutto ininfluenti per la tutela degli animali.

Lo scorso anno il Governo italiano ha stabilito il divieto di trasporto di animali vivi con temperature superiori ai 30 gradi, tuttavia questo divieto si riferisce solamente ai viaggi di durata superiore alle otto ore. Di conseguenza ancora moltissimi animali sono costretti a viaggiare con temperature altissime in una situazione normativa poco chiara, dove non sono neppure specificati i limiti di temperatura interna o esterna al veicolo per i viaggi fino alle otto ore, che diventano addirittura dodici se viene concessa una deroga.

A questo quadro poco chiaro si è aggiunto alcuni giorni fa un altro tassello: il Ministero ha infatti diramato una nuova nota invitando i conducenti dei veicoli che trasportano animali vivi a privilegiare aree ombreggiate e ventilate durante le pause di viaggio, come se la sosta all’ombra fosse sufficiente a tutelare gli animali che viaggiano per ore stipati all’interno dei furgoni sulle strade italiane in questi giorni di allerta per le temperature elevate diffuse in tutta Europa.

In caso di autorizzazione al viaggio con temperature superiori ai 30 gradi alla partenza e durante il tragitto, per mezzi privi di aria condizionata, il Ministero invita inoltre le autorità competenti a tenere in considerazione anche la percentuale di umidità atmosferica, assicurando una riduzione della densità degli animali sul mezzo di trasporto.

In questo periodo di forti ondate di calore, le misure indicate dal Ministero non sono tuttavia neppure lontanamente adeguate ad assicurare agli animali condizioni di viaggio in cui il loro benessere sia davvero rispettato.

Le nostre inchieste su strada, e quelle di altre organizzazioni per la protezione degli animali allevati, hanno mostrato che le violazioni delle norme sul trasporto di animali vivi sono una costante e che i controlli delle forze dell’ordine non sono sufficienti, con conseguenze disastrose per la salute degli animali. È quindi chiaro che il trasporto di animali vivi rappresenta attualmente una totale crudeltà nei confronti di questi individui.

Stipati, schiacciati, impauriti, spesso impossibilitati ad abbeverarsi adeguatamente e costretti per lunghi viaggi a contatto con sbarre e lamiere del camion su cui sono trasportati, gli animali sono ora costretti a viaggiare per lunghi periodi, e talvolta giorni, in condizioni di caldo insopportabile, con gravi rischi per la loro salute.

A maggio il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, in risposta a un’interrogazione parlamentare presentata dall’On. Eleonora Evi (AVS) in merito alla revisione del Regolamento europeo sul trasporto di animali vivi, ha detto che le norme europee vanno cambiate perché hanno mostrato gravi lacune nella tutela del benessere degli animali. A questa dichiarazione non è tuttavia seguita alcuna azione concreta e la situazione dei trasporti di animali vivi resta insostenibile.

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