- il canone Rai attualmente è una tassa sulla proprietà dell’apparato di ricezione presente nell’abitazione o nell’ufficio (abbonamento speciale), quindi un abbonamento familiare e non solo personale, mentre la telefonia mobile ha valenza personale, contraria quindi al principio istitutivo del canone
- la visione dei programmi televisivi tramite smartphone non è legata all’apparecchio in sé, ma ad internet. Si vuole tassare tutto ciò che è possibile fare collegandosi ad internet?
- il trasferimento del pagamento del canone Rai sulla telefonia mobile è di più difficile attuazione perché questa è basata su ricaricabili e non su bollette.
Per Adiconsum, è inutile trasferire la riscossione del canone da una bolletta all’altra, considerato che l’attuale prelievo funziona bene e non ha prodotto contenziosi.
Semmai, poiché il servizio pubblico viene utilizzato da tutti i cittadini anche non in possesso del televisore grazie ad internet, bisognerebbe prevedere una nuova legge sul canone del servizio pubblico televisivo (oggi affidato alla RAI) caricandolo sulla fiscalità generale in base al reddito e prevedendone opportune esclusioni. Tale sistema permetterebbe di ridurre notevolmente il costo del canone, di farlo pagare a tutti, proporzionalmente al proprio reddito, tutelando, così, le fasce deboli. Tale modifica spetta naturalmente al Parlamento.