Lo fa ogni giorno nel campo della sanità, e se ne vedono tristemente gli effetti, ed ora vuole strumentalizzare il calcio, che da sempre riveste un ruolo sociale oltre che sportivo.
Il presidente della Regione Campania, tra i mille problemi che attanagliano il nostro territorio, invece di stemperare i toni e cercare di costruire un dialogo rispettoso e franco con la proprietà della squadra di calcio cittadina, entra da sempre a gamba tesa nella gestione calcistica, proprio perchè sa bene quanto i salernitani tengono alla propria squadra del cuore ma soprattutto quanto una squadra in serie A possa generare benefici alla crescita della città stessa.
Il suo ruolo dovrebbe essere quello di mediatore, invece, al solito, utilizza l’arroganza di chi si ritiene proprietario della città di Salerno e dei suoi “asset” strategici che può piegare a logiche politiche personalistiche.
In tutto questo la Regione decide autonomamente di ammodernare uno stadio ormai obsoleto ma lo fa come se fosse un qualunque parco urbano coperto di erba e non il teatro di partite di calcio che senza la società sportiva non hanno senso.
La manfrina della “fine della ricreazione” che usò con Mario De Biase l’abbiamo già vista e ci è bastata, ma non ci sfugge che la logica sia la stessa.
In tutto questo spettatore distratto sembra l’Ente pubblico che ci fregiamo di amministrare: il Comune di Salerno.
Fino a prova contraria lo Stadio Arechi è di proprietà comunale eppure il primo cittadino e la giunta non paiono avere alcun ruolo.
Allora da forza di opposizione non possiamo che rivendicare un ruolo centrale: i cittadini ci hanno votato per essere rappresentati, non per essere scavalcati.
Noi siamo per un giusto ed equilibrato rapporto tra Comune e squadra di calcio.
Lo stadio è di proprietà del Comune ma senza la squadra di Calcio cittadino è un contenitore vuoto. L’imprenditore Iervolino ci sembra una persona seria e ha un curriculum di tutto rispetto. Sono certo che se si trovasse di fronte persone ragionevoli sarebbe disposto a dare in cambio di una gestione più duratura dello stadio quella manutenzione ai campi di calcio cittadini e di periferia che il Comune di Salerno non riesce a fornire.
Ci viene da ridere quando qualcuno, da 30 anni, parla a vanvera dello Stadio Vestuti, simulacro di una gestione malata del bene pubblico; un gioiello abbandonato che di tanto in tanto viene tirato fuori dal cilindro senza mai davvero un progetto.
Come cantano i tifosi in un noto coro “Passano gli anni, cambiano i giocatori ed anche i presidenti ma noi saremo qua….quel cavalluccio che batte sul mio petto, Salerno è il nostro amore e noi siamo gli ultras”.
Evidentemente quei brividi che scorrono sulla schiena di tanti ragazzi salernitani sono stati sempre strumentalizzati da colui che gestisce la cosa pubblica a Salerno da trenta anni….ma i presidenti cambiano ed è giunto il momento di spazzare fuori questo Presidente della Regione dalla Campania e da Salerno per portare un vento nuovo. Il sindaco prenda in mano la situazione altrimenti darà soltanto ragione a colui che si ritiene padrone assoluto della città”.
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