Il Ministero della Salute ha pubblicato il 14 agosto una nuova, fornendo le prime indicazioni per la campagna di vaccinazione autunnale e invernale 2023/2024. In arrivo c’è una nuova formulazione del vaccino anti Coronavirus ed un nuovo ordine di priorità per le categorie di soggetti invitati a ricevere una nuova dose da ottobre.
“Fare i due vaccini nella stessa seduta non è affatto un problema per il sistema immunitario. Di questo siamo sicuri” conferma Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), di base a Napoli. “Ricordiamoci dei bambini, che con l’esavalente ricevono gli antigeni per difendersi da sei malattie contemporaneamente. Non solo non accade nulla di male, ma i vaccini si potenziano l’uno con l’altro”.
Il sistema immunitario ce la farà, quello sanitario invece è in una situazione più incerta. Avremo i vaccini necessari? “Al momento è aperta una gara europea con Pfizer” spiega Scotti. Riceveremo alcune dosi contro il Covid da questo contratto stipulato da Bruxelles, ma non è chiaro se il nostro governo, o addirittura le Regioni, negozieranno ulteriori accordi con le case farmaceutiche.
In questa incertezza, dopo aver indicato le categorie per le quali il vaccino Covid è consigliato (quindi gratuito), il ministero precisa: “In fase di avvio della campagna, nell’eventualità di una disponibilità di dosi insufficiente, la vaccinazione sarà prioritariamente somministrata alle persone di età pari o superiore a 80 anni, agli ospiti delle strutture per lungodegenti, alle persone con elevata fragilità”.
A chi è consigliato il vaccino
A queste persone andrà dunque la priorità, ma la vaccinazione anti-Covid resta consigliata a tutte le persone con 60 anni o più, ai giovani se fragili, ai conviventi di persone anziane o fragili e agli operatori sanitari.
Si prevede che la dose autunnale duri 12 mesi, fino all’autunno successivo, e che sia accompagnata da un richiamo solo se un sistema immunitario compromesso non dà una risposta efficace.
La nuova variante Eris
Anche se al momento il Covid circola poco, non mancano piccoli segnali di allarme. La nuova variante Eg.5.1 (soprannominata Eris) osservata da febbraio sta causando un aumento di casi e ricoveri. La ripresa è stata già segnalata in Asia, negli Stati Uniti e in Europa, soprattutto in Gran Bretagna. Negli Usa, dove il 17% dei contagi è causato da Eris, i ricoveri sono aumentati del 40% da giugno.
“In Australia c’è una risalita del 38% dei contagi” fa sapere Scotti. “L’Australia può sembrare una realtà lontana, ma trovandosi in inverno quando da noi è estate, ci guida per sapere quali infezioni arriveranno in Europa nella stagione fredda successiva. Quest’anno lì l’influenza è stabile, ma il Covid è in crescita. Motivo per cui dobbiamo prepararci, soprattutto per proteggere le persone fragili”.
Pochi dati e fine dell’isolamento: le critiche degli epidemiologi
La sottovalutazione del monitoraggio in Italia e la cancellazione dell’obbligo di isolamento per i contagiati sono stati accolti con forti critiche dall’Associazione italiana di epidemiologia. Secondo l’ex presidente Cesare Cislaghi: “Se ci fossero meno rapinatori si potrebbero togliere le guardie dalle banche, ma non per questo sarebbe lecito rapinare. Che oggi si riducano i controlli sull’isolamento può essere giusto, ma non si può lasciare che i positivi nella fase di contagiosità possano circolare liberamente diffondendo l’infezione”.
L’emergenza Covid, aggiunge Cislaghi, “sembra sia finita, ma l’epidemia continua e continuano i contagi, i ricoveri, i decessi”. I nuovi vaccini previsti per l’autunno saranno diversi dagli attuali.
I vaccini aggiornati
Le aziende farmaceutiche (oltre a Pfizer anche Moderna e Novavax) hanno adattato la formulazione alla variante di Omicron più diffusa, chiamata Xbb. Le nuove fiale dovrebbero essere approvate dalle autorità regolatorie (Ema, Agenzia europea dei medicinali, per quanto ci riguarda) tra poche settimane e arrivare da ottobre.
Essendo Eris una variante figlia di Omicron e con poche differenze rispetto a Xbb, ci si attende che i nuovi vaccini continuino a funzionare contro di lei (anche se le case farmaceutiche non hanno pubblicato studi ad hoc).
I dubbi sull’organizzazione
Un’altra incertezza è sul tipo di fiala che sarà distribuita. Sembra un dettaglio, ma i primi contenitori da 12 dosi costringevano i medici di famiglia a convocare altrettanti pazienti nella stessa seduta, per non sprecare il prodotto.
“Si tratta effettivamente di una complicazione. Speriamo che arrivino presto i monodose” auspica Scotti. Anche perché l’accoglienza da parte dei pazienti della nuova campagna autunnale resta un’incognita. Così come resta da stabilire chi farà materialmente le iniezioni. Teoricamente l’organizzazione della campagna è affidata alle Regioni, ma riaprire gli hub richiederebbe grosse cifre.
“Noi sicuramente saremo disponibili” conferma il rappresentante dei medici di famiglia. Mettere insieme Covid, influenza, fiale a dosi plurime e pazienti scettici resterà comunque un puzzle che ci terrà impegnati per l’autunno.