Una cifra– come riporta il quotidiano “Il Mattino” oggi in edicola – tutt’altro che trascurabile, che mette di fronte a una situazione epidemiologica complessa, perché i soggetti ultrasessantenni hanno un’immunità ridotta dovuta al fatto che hanno eseguito l’ultimo richiamo vaccinale più di sei mesi fa.
Con la circolare del 14 agosto, infatti, la direzione generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute ha varato le indicazioni preliminari per la campagna di vaccinazione autunnale e invernale contro il Covid-19.
In generale ai soggetti più fragili (che include anche, tra gli altri, operatori sanitari, malati cronici, pazienti immunodepressi) è raccomandata e offerta una dose di richiamo a valenza 12 mesi con la nuova formulazione di vaccino aggiornato.
«La vaccinazione si dovrebbe fare in parallelo, con gli stessi criteri e con la popolazione target di quella antinfluenzale – dice Arcangelo Saggese Tozzi, responsabile Covid per l’Asl di Salerno – Ragionando in questi termini, anche le somministrazioni dovrebbero essere effettuate dai medici di base e da poche strutture deputate a farlo. Non si parla di vaccinazione diffusa e di massa».