Ormai gli ungulati sono così numerosi che si trovano nelle piazze dei paesi e nelle campagne dove si pratica l’agricoltura. Pertanto, il Parco deve avviare tempestivamente le misure adottate per mettere in condizione gli agricoltori di poter svolgere, senza problemi, la propria attività economica senza preoccuparsi anche della fauna selvatica presente nel Parco.
Di conseguenza il rischio è l’abbandono, da parte soprattutto dei giovani, delle imprese agricole. Un rischio che il Cilento non può permettersi: 57mila persone sono già andate via secondo gli ultimi dati sullo spopolamento nell’area Parco.
Ci sono comuni con meno di 500 abitanti come Sacco, Serramezzana, Valle dell’Angelo, Sant’Angelo a Fasanella che rischiano l’estinzione. Per questo è necessario intervenire tempestivamente nell’affrontare il problema.
Quindi, occorrono interventi immediati e indennizzi adeguati, certi e tempestivi agli agricoltori, sia per i danni diretti determinati dalla perdita di produzione, sia per quelli indiretti».
E’ quanto ha dichiarato Bartolomeo Lanzara, presidente Codacons Cilento.
«La diffusione degli animali – ha continuato – ha raggiunto dimensioni preoccupanti a cui si aggiungono i danni alle persone e alle strutture, con un aumento di incidenti stradali, anche gravi, e rischi sempre maggiori per la sicurezza dei cittadini.
E’ urgente una nuova ed adeguata politica di contenimento, a partire dai piani di prelievo selettivi della fauna selvatica presente nell’area. Si rende quindi necessario il monitoraggio costante delle popolazioni di ungulati con metodologie innovative».