Era il 1991 quando fu effettuato il primo trapianto da donatore vivente dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, a cui sono succeduti 15 casi fino al 2020. Dal 2021 con l’implementazione della nuova tecnica robotica sono già stati realizzati 14 trapianti, l’ultimo in ordine cronologico ha fatto sì che si raggiungesse quota 1000.
«Il trapianto da donatore vivente è ideale per pazienti in dialisi o con insufficienza renale cronica ad uno stadio avanzato, perché garantisce migliori e molto più duraturi risultati, sia a breve che a lungo termine. Non si deve dimenticare, infatti, che l’attesa media di un donatore è di oltre 3 anni», precisa il prof. Troisi.
Grazie alla donazione da vivente si evitano i “viaggi della speranza” che tanto pesano sul piano psicologico, fisico e anche economico, sia per i pazienti che per la Regione.
«Il raggiungimento del trapianto numero 1000 rappresenta idealmente la celebrazione delle tante vite salvate in questi decenni di attività – aggiunge Troisi – ma impone una riflessione sulla situazione attuale della donazione e trapianto in Campania. Abbiamo avuto solo 10.7 donatori per milione di abitanti nel 2022, contro una media nazionale di 24.7, e un tasso di opposizioni pari al 36.6%, contro una media nazionale di 29.6%. La comunicazione alla popolazione, soprattutto quella scolastica, sull’importanza della donazione è davvero prioritaria».