L’area marina – come riporta il sito web stilearte.it – è stata interdetta. L’operazione di individuazione è stata compiuta dalla Guardia Costiera di Palinuro con i Carabinieri Subacquei Napoli. Le ricerche si sono protratte per quattro giorni. L’imbarcazione è lunga 12 metri e larga 8.
La Soprintendenza Archeologica delle Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino ha emesso un provvedimento di interdizione dell’area marina con il fine di proteggere il sito archeologico.
Il Comandante della Guardia Costiera di Palinuro ha emesso un’ulteriore provvedimento che vieta l’ancoraggio, la sosta, la pesca, le immersioni subacquee e qualsiasi altra attività che possa arrecare danni al relitto.
L’area marina doveva essere battuta commercialmente e doveva presentare diverse insidie poiché segnalazioni di altri relitti sono state inoltrate da pescatori e da parte di sub.
Le anfore potevano essere adibite al trasporto di vino e di olio che venivano copiosamente prodotte, anche in quell’epoca, nella zona. Le navi mercantili erano particolarmente esposte ai naufragi, in caso di tempesta, anche a causa del peso o del possibile spostamento delle merci provocato dei marosi e del vento.
Il peso di queste barche cariche rallentava anche le operazioni per il raggiungimento di un porto vicino.