Si tratta – come scrive anche il giornalista Gabriele Bojano in un post pubblicato sul proprio profilo Facebook – di un artista di strada che “dal lontano Messico è finito in una città non facile, che non ama troppo le manifestazioni estemporanee d’arte scambiandole troppo spesso per volgare accattonaggio.
Poco fa mi sono fermato a guardarti ammirato, mentre, il tempo che scattasse il verde, suonavi scalzo al violino “L’italiano” di Toto Cutugno (ma che ruffiano che sei) e contemporaneamente tenevi in equilibrio una specie di manganello sul naso.
Non so per quanto tempo ti sarà concesso di esibirti, non so se verranno, magari sono già venuti, i vigili urbani a mandarti via.
Dal lontano Messico sei finito in una città dove anche per chiedere l’elemosina devi essere raccomandato (vi ricordate il caso del buon Robertino dotato di autorizzazione a vendere fazzolettini all’incrocio di via Carmine dall’ex sindaco De Luca?). Figuriamoci un artista di strada.
Sappi però che stamattina imbattermi in te e nel tuo talento è stato come aprire uno squarcio di creatività nella monotonia di una comunità egoista e frettolosa“.