Il giocatore si vedrà decurtato del 15% il prossimo stipendio mensile (circa 30mila euro), ma secondo il patron granata la vicenda rientrerà e – dunque – Boulaye Dia tornerà a giocare con la Salernitana. Queste le parole di Iervolino a Radio Bussola.
“Mi impegnerò personalmente, parlerò col giocatore. Sono cose che capitano nel calcio, il giocatore sentendo le campane della Premier League avrebbe forse voluto andare via, ma ci sta, sono giovani e non bisogna mai soffocare le aspettative dei giovani. Noi abbiamo investito molto su di lui, è un giocatore importante e sono convinto che il caso rientrerà.
Certo, meglio se non fosse capitato, ma non facciamone un dramma. Multa? Mi sembra una cosa giusta, la Salernitana è una società seria, ama e protegge i suoi calciatori, siamo gentili ma abbiamo delle regole che devono valere per tutti”. Il mio appello – ha detto Iervolino – è di remare tutti nella stessa direzione. Non roviniamo tutto quello che stiamo costruendo”
Ed ancora: “C’è una visione unanime, andiamo tutti dalla stessa parte, non alimentiamo divisioni che non esistono. Quando cresce una squadra di calcio devono crescere anche le altre componenti, anche voi operatori dell’informazione dovete fare un salto di qualità, basta con la polemica quotidiana”.
Sousa dice che la squadra è inferiore, De Sanctis ha un parere opposto. Lei che pensa?
“E’ necessario fare un po’ di chiarezza. Non dobbiamo essere divisivi nè tentare la discordia a tutti i costi. Quando si cambiano due giocatori importanti, come Piatek e Vilhena, è evidente non essere pronti. Questo non vuol dire che non lo diventeremo. Io ho avuto un confronto con il direttore sportivo e con l’allenatore. Ci siamo chiariti su tutte le questioni e siamo totalmente allineati. Il nostro è un progetto di medio-lungo periodo e tutti hanno voglia di sposarlo. E’ chiaro che abbiamo preso giovani che devono integrarsi. Il mister dice che, ad oggi, siamo meno forti ma questo non vuol dire che la campagna acquisti sia stata insoddisfacenti. Sousa ha solamente fotografato l’instantaneità in questo momento particolare. Vi assicuro che non ci sono screzi, non esistono divisioni e ve lo dico con autenticità e puro spirito di trasparenza”.
Si poteva far meglio sul mercato?
“I giornalisti hanno un compito molto importante. Noi siamo cresciuti velocemente e occorre un salto di qualità da parte di tutto l’ambiente. La Salernitana rispetto alle concorrenti ha i salari più alti, 8 convocati in nazionale, altri 5-6 che sono stati nel giro. Sfido le 5-6 squadre che lottano per non retrocedere ad avere questi giocatori e a spendere le medesime cifre con gli stessi ingaggi. Noi abbiamo calciatori veramente importanti, io le chiacchiere da bar non le seguo e non le ascolto. Poi si gioca in undici e può accadere qualunque cosa, ma io ho fatto sacrifici economici superiori rispetto ai colleghi concorrenti. I tifosi vengono disorientati da qualche notizia, la polemica quotidiana non aiuta la Salernitana. Anche io avrei preso Mbappè, ma abbiamo costruito una rosa solida con gente di proprietà. Nessuno ha speso quelle cifre per Dia, il vero numero 9 che ha scelto la numero 10. Come si fa a dire che ci manca un centravanti? Potevamo mai prendere uno dello stesso livello che facesse la panchina? Le rose vanno allestite con giudizio e criterio, non si può pensare di prendere sempre il meglio. Quale attaccante sarebbe venuto a Salerno sapendo di fare la riserva di Dia? Io preferirei vedere le famiglie allo stadio e avvertire un clima di entusiasmo. Partecipiamo al campionato di serie A, c’è la vicinanza dei tifosi e possiamo esprimere un calcio spettacolare. Qualcuno ha detto che si è rotto il giocattolo, in realtà non si è rotto nulla”.
Ha inciso la “lotta” ai procuratori per questo mercato che ha suscitato anche qualche critica?
“La comunicazione ha dei grimaldelli che muovono retropensieri particolari. Assolutamente no. Tra i miei migliori amici nel calcio ci sono i procuratore, fa onore a Giuffredi aver chiesto scusa e ha capito i suoi errori. Questo sport ha nuovi interpreti come il sottoscritto, ci siamo chiariti e si è messo a disposizione perchè vuole lavorare con la Salernitana. Le piccole si sentono in concorrenza con noi, è una cosa logica e capisco che ci guardiamo con sospetto al netto dei rapporti d’amicizia e dei rapporti personali. Io mi sento almeno una volta al mese con tutti i presidenti: Torino, Lecce, Frosinone, Verona. Non è vera questa considerazione. Scacciamo gli spettri che portano a vedere per forza qualcosa che non va. Mancano solo i risultati, ma abbiamo un ottimo allenatore che sa valorizzare i campioni ma anche i giovani che abbiamo preso. Sa leggere le gare in corsa, gode della nostra massima fiducia e chiedo a tutti di lasciarlo lavorare in serenità. Basta retropensieri, basta vivere con la paura che stia accadendo per forza qualcosa. Sono dinamiche del calcio. Qualche sconfitta ci può stare, e ci può stare che il cuore arrivi in gola durante il calciomercato perchè i ragazzi sanno che è in ballo il loro futuro. Rientrerà la questione Dia, pensiamo al rettangolo di gioco”.
Quando ci sarà lo start per il centro sportivo?
“Anche su questo occorrono puntualizzazioni. Il centro sportivo è la casa della Salernitana. Stiamo valutando tante cose. Salerno non ha un suolo adibito a centro sportivo, con una chiara licenza di edificazione per consentirci di attuare il nostro progetto. Il processo è lungo, bisogna capire tante cose. Non sono cose che si fanno in due giorni. Noi siamo innamorati di questo progetto e spesso parliamo con enfasi, ma questo non vuol dire che sarà realizzato dalla sera alla mattina. Non metteteci però ogni volta di subire un peso, mai avrei pensato di poter avvertire una sensazione del genere quando ho preso una squadra di calcio. Tutto viene visto come una promessa solenne, non trasmetteteci questa angoscia. Se diciamo mezza cosa diventa dovuto realizzare qualunque cosa in un secondo. Così non va bene. Non voglio stress e tensioni inutili, questo allontana società e territorio e crea un corto circuito che fa malissimo. Per me la Salernitana è più forte dell’anno scorso, non è che dobbiamo subire il giudizio spasmodico di chi la vede diversamente. L’energia, nel bene e nel male, si riverbera nella squadra. E tocca a tutti fare la propria parte. Il mio appello è ai nostri straordinari tifosi e ci hanno sempre accudito dimostrandoci il loro affetto. Ora più che mai c’è bisogno di loro. Avverto sulla pelle il calore della piazza, poi c’è una parte minuscola che la vede diversamente ma so che non si può avere il consenso al 100%. Dobbiamo crescere, il miracolo Villareal è dipeso da una molteplicità di fattori. E allora quando venderemo giocatori di punta cosa diremo? Capiterà, è nella logica del calcio. In quel caso vivremo di rimpianti e se ne parlerà per un campionato intero? Occorre maturità, il calcio è una industria meravigliosa che non può prescindere da una crescita collettiva. Mi auguro che ciò accada nel più breve tempo possibile”.
Sua moglie le ha detto ancora “vedi quello che devi fare”?
“Qualche volta me l’ha detto anche durante questo mercato. E’ una bella tifosa, ma capisce che è giusto ci siano delle regole. Noi dobbiamo difendere le scelte che facciamo. Questo non vuol dire che la gente debba avere fiducia a vita. Il calcio va veloce e non c’è memoria dei miracoli precedenti. Io ho speso più di quanto accaduto nei cinquant’anni precedenti e accadrà la stessa cosa anche durante questa stagione per mantenere questa rosa. So che al tifoso importa solo il calcio giocato, ma l’equilibrio finanziario è fondamentale. Progressivamente ci dobbiamo stabilizzare, senza conti a posto non si va da nessuna parte. Mi auguro di restare a vita in serie A, ma è questo il calcio che dobbiamo insegnare alle scuole e al pubblico. Ho già fatto sacrifici pazzeschi, al Sud Italia nessuno ha investito immediatamente 75 milioni. Non voglio una coppa, perchè la gioia dei tifosi ricompensa abbondantemente, ma l’euforia generalizzata incontrollabile diventa pericolosa. Altrimenti ogni volta che apre il mercato subiamo una pressione ingiusta. C’è già abbastanza per essere contenti così. Avrò letto 300 nomi accostati alla Salernitana, così non va. Bisogna porre un limite, altrimenti si creano aspettative. E se poi arriva Stewart e non Neymar riecco il corto circuito di cui parlavo prima. Ribadisco il concetto: equilibrio! Salerno si trasformerà in una città dello sport, ci sono tantissime persone che sono attratte dal nostro modo di fare calcio. Non roviniamo un qualcosa di potenzialmente bellissimo”.