Lo comunica Mirko Manna della FP CGIL Nazionale: “Le ulteriori perquisizioni di questa mattina, si sono svolte per accertarsi che non ci fossero altri telefoni a disposizione dei detenuti del penitenziario. L’utilizzo di telefonini in carcere – prosegue il sindacalista – non è, come qualcuno si ostina a sminuire, un banale mezzo per rimanere in contatto con i propri cari, ma è sia uno strumento di controllo e sopraffazione dei detenuti più pericolosi nei confronti dei più deboli, sia un pericoloso strumento per dare ordini o gestire traffici illegali all’esterno, continuando a mantenere il proprio status criminale nonostante la detenzione”.
“La Polizia Penitenziaria – conclude Manna – non ha una mera funzione di sorveglianza, ma è soprattutto un Corpo che svolge azione di tutela e di intelligence nel monitoraggio delle attività criminali nelle carceri che avvengono in contiguità con la criminalità comune ed organizzata all’esterno. E’ arrivato il momento che questo ruolo, già ampiamente riconosciuto dalla magistratura e dalle altre Forze di Polizia, venga anche valorizzato mediaticamente dal DAP per dare merito alle migliaia di Poliziotti Penitenziari che svolgono quotidianamente la propria attività, sotto organico e a rischio della propria incolumità personale per le quotidiane aggressioni che avvengono da parte della popolazione detenuta nei confronti di chi rappresenta lo Stato nelle carceri ”.
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