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Ladri di giornali sul web, dilaga anche nel salernitano la pirateria digitale

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Dilaga la pirateria digitale anche nel salernitano.  Attraverso Telegram, WhatsApp, Instagram e Facebook vengono diffuse, illegalmente le copie di quotidiani, settimanali coperti dal copyright. Illegalità diffusa che comporta guai grossi per chi alimenta questo mercato nero che danneggia tutto il settore ma ci sono rischi anche per chi li scarica che va incontro ad una multa da 24 mila euro, così come previsto dalla legge. Il quotidiano La Città, in un articolo a firma di Salvatore De Napoli, ha pubblicato un interessante articolo sul fenomeno del furto dei quotidiani diffusi illegalmente sui social fin dalle 5 del mattino.
Ecco l’articolo di Salvatore De Napoli: Perché comprare un giornale quando lo puoi leggere su Facebook o scaricarlo da whastapp senza pagare un euro? Semplicemente perché così facendo rischi sanzioni fino a 15.000 euro, ripetuto per ogni articolo scaricato e se lo diffondi a terze persone, come si dice in gergo lo condividi, incorri nella stessa sanzione.
È quanto, purtroppo, sta accadendo in particolare in provincia di Salerno con i due maggiori quotidiani provinciali, La Città e il Mattino,e  con le pagine specializzate nel mondo del diritto di altri quotidiani. Intere pagine vengono condivisione su Facebook e altri social, di libero accesso a tutti, ordinate per settori e disponibile gratuitamente a tutti fin alle cinque del mattino, con grandissimo seguito.
C’è, inoltre, chi condivide le rassegne stampe di enti pubblici o grosse associazioni, incorrendo nello stesso reato per dare gratis i giornali a parenti, amici, sostenitori solo per farsi un po’ di pubblicità a spese di chi opera in questo settore.
Va ricordato che eseguire rassegna stampa non è un reato se si rispettano i canoni previsti, come il pagamento di abbonamenti che sono più cari di quelli destinati ai singoli utenti e, comunque, chi riceve questi prodotti non può condividerli ad altri.
Spesso, invece, pur se non ricavino un utile diretto, ci sono anche noti professionisti, enti vari che stringono rapporti con giovani smanettoni o società senza scrupoli, talvolta a nero, che gli forniscono la rassegna stampa, la condividono via social dove o la pubblicano a libera consultazione e prelevamento, arrivando a gestire perfino pagine Facebook dove vengono inserite truffaldinamente le pagine dei giornali.
In questo modo, alle ore cinque tutto è visibile on line o sui propri smartphone, gratuitamente, anche quotidiani specializzati, con buona pace per editori, giornalisti, stampatori e giornalai.
Un altro sistema illegale è quello di collegarsi a siti pirata, per lo più appoggiati a server africani, che mettono a disposizione l’intero giornale dal quale poi prelevare le pagine che servono e farsi una propria rassegna stampa. C’è, inoltre, chi ha escogitato un sistema per superare le barriere imposte ad esempio dal nostro giornale, il più diffuso della provincia di Salerno, attraverso un’applicazione che funziona solo su determinati computer.
L’esperto. «In questo modo stanno facendo chiudere i giornali, ma anche le società più serie che stanno abbandonando il settore delle rassegne stampa essendo fuori mercato, lasciando campo alla pura pirateria – racconta il titolare di una queste agenzie serie -. Addirittura ci sono quotidiani che pregano queste società che agiscono in modo illegale per farsi inserire nelle loro rassegne stampa, per essere visibili, visto che in edicola nessuno andrebbe a comprare i loro giornali».
Ed un altro un altro operatore legale aggiunge: «Ci sono tantissimi enti pubblici e anche grosse organizzazioni che vogliono spendere pochi euro l’anno per avere decine e decine di giornali ed essere sempre informati all’alba mentre, preferendo chi gli offre questa possibilità, noncuranti delle illegalità, nonostante possano chiedere ai loro addetti stampa la normativa che regola il settore».
Le agenzie serie, tra l’altro, tendono a non rendere disponibile la rassegna stampa prima di una determinato ora e inseriscono il loro logo su ogni articolo, evitando che possano essere utilizzati al di fuori del circuito del cliente e problemi di copyright, «ma anche nel loro stesso interesse, visto che in caso contrario perderebbero altra potenziale clientela».
Un altro responsabile di società che agisce legalmente sottolinea: «Ci sono poi rapporti corruttivi all’interno della stessa filiera che porta il giornale ad essere stampato, facendosi passare sotto banco il file del giornale. In questo settore, inoltre, c’è chi propina contratti di servizio sostenendo di avere certificazioni che non ha o di pagare diritti che non paga». Insomma un settore dove ormai la pirateria la fa da padrone, distruggendo un intero comparto, che porta alla chiusura di giornali e delle edicole, causando un danno enorme alla democrazia.
Articolo di Salvatore De Napoli pubblicato su La Città il 10 settembre 2023
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