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Violenza sui social, Del Sorbo: distruggere principio tossico del “se non è online, non è successo”

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Nel 21º secolo, i social media hanno acquisito un ruolo predominante nelle comunicazioni globali, permettendo alle persone di condividere le proprie esperienze e idee in modo più ampio e rapido che mai. Uno strumento quanto potente tanto complesso nella comprensione e nell’utilizzo.
Tuttavia, c’è un lato oscuro di questa connessione digitale: l’uso dei social media per documentare e propagandare atti di violenza.
“Stupri, incidenti, risse tutto in diretta social.
Negli ultimi anni stiamo assistendo a numerosi episodi di violenza ampiamente documentati attraverso i social. Dichiara Marco Del Sorbo, esperto di social media e digitale.
“Sicuramente uno dei modi in cui i social media hanno contribuito all’aumento degli episodi di violenza è la loro capacità di diffondere rapidamente contenuti virali. Video di aggressioni, risse e atti violenti possono diventare virali in poche ore, raggiungendo milioni di persone in tutto il mondo. Questa diffusione rapida può ispirare imitatori o incoraggiare la normalizzazione della violenza.
Purtroppo tanti giovani a causa dell’immaturità e di meccanismi sbagliati provocati da diversi fattori sociali e psicologici cadono in questo vortice Il recente episodio dello stupro a Palermo, e i numerosi incidenti documentati ne sono l’ennesima triste prova.
Dobbiamo impegnarci per distruggere il principio tossico del: “Se non è online non è successo.”
Prosegue Del Sorbo.
“La diffusione anonima di contenuti sensibili, messaggi e dati è spesso causa di gravi conseguenze per le vittime, questo tipo di violenza digitale può avere impatti devastanti sulla salute mentale e l’isolamento delle persone coinvolte, nei casi più gravi può indurre ad atti di autolesionismo e suicidio.
Molte piattaforme di social media stanno lavorando per affrontare questi problemi.
Implementano politiche per rimuovere contenuti violenti o minacciosi e segnalare comportamenti problematici. Tuttavia, la responsabilità deve essere condivisa tra gli utenti, le piattaforme e la società nel suo complesso.
La prevenzione degli episodi di violenza legati ai social media richiede una maggiore alfabetizzazione digitale, l’educazione sul rispetto online e l’attenzione costante alla salute mentale. È importante che gli individui riconoscano il potenziale pericolo delle interazioni online e siano attenti a segnalare comportamenti violenti alle autorità competenti.
Gli episodi di violenza legati ai social media rappresentano una sfida significativa nella società moderna. Sebbene i social media offrano opportunità di connessione e condivisione, è essenziale affrontare i rischi associati e lavorare insieme per prevenire la violenza online e offline. Questo richiede una combinazione di azioni da parte delle piattaforme digitali, dei governi e degli individui stessi per garantire un ambiente online più sicuro e rispettoso.
Non possiamo continuare ad assistere a questi episodi di violenza invano, ritengo che tutti debbano fare la propria parte per segnalare, disincentivare e denunciare i numerosi atti vili che si consumano sotto occhi e like di tante, troppe persone.
Rivolgo questo appello a tutti gli utenti e ai lavoratori del mondo digitale nella speranza di avere un presente più consapevole e un futuro migliore.” Conclude Marco Del Sorbo
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