Lo stesso presule scenderà poi nella cripta del Duomo per officiare il rito della raccolta della manna, un liquido che si condensa in due urne d’argento poste accanto alle reliquie del santo evangelista, sotto l’altare a lui dedicato.
Fino alla fine dell’Ottocento, quando dopo alcuni lavori sembrava che i due contenitori rimanessero vuoti, quel simbolo era considerato un segno di benedizione del patrono.
È don Felice Moliterno, il parroco della cattedrale, ad aver notato, in una ricognizione per la sistemazione dell’altare, come la manna ancora si generasse alla maniera antica.