Il fatto più grave è accaduto nella Casa circondariale di Avellino, su cui riferisce Tiziana Guacci, segretario regionale SAPPE: “Nel primo pomeriggio di ieri, un detenuto maghrebino armato di un coltello di circa 30 cm ha tentato di aggredire un Agente di Polizia Penitenziaria, preposto all’infermeria. Un altro detenuto, di origini italiane e ristretto nell’infermeria, si è intromesso per difendere il collega e gli è stato cavato un occhio. Sul posto, è tempestivamente intervenuto in soccorso un altro poliziotto che ha cercato di disarmare il maghrebino togliendogli il coltello. Subito dopo, lo stesso poliziotto ha salvato il maghrebino da circa 50 detenuti di origine italiana che erano accorsi per aggredirlo”.
“Così non si può più lavorare”, commenta Guacci che da notizia di quanto avvenuto in un’altra Casa circondariale, quella di Salerno: “Tre colleghi del Nucleo Traduzioni e Piantonamenti, mentre stavano portando un detenuto straniero, con problemi psichiatrici, a fare una visita, sono stati da lui aggrediti: uno dei tre ha ricevuto una testata al volto, con gonfiore allo zigomo, e gli altri due presi a calci. Oramai non se ne può più: qui si rischia la vita tutti i giorni”.
Oltre a tutta questa violenza, prosegue incessante l’attività di contrasto degli uomini della Polizia Penitenziaria all’introduzione, all’uso ed al possesso di telefoni cellulari in carcere, con una operazione condotta all’interno dell’Istituto penale per minorenni di Nisida, dove sono stati rinvenuti e sequestrati quattro apparecchi cellulari.
“Siamo passati da “Mare fuori” a “telefoni dentro”, commenta amaro Federico Costigliola, coordinatore regionale per la Campania del settore minorile del SAPPE, richiamando la fiction di successo che si è svolta in un carcere per minori: “Le operazioni di indagine sono scattate ieri mattina nel corso dei colloqui con i familiari, consentendo agli Agenti in servizio di individuare un tentativo di introduzione di ben tre cellulari da parte di un familiare di un detenuto che sono stati poi sequestrati. Successivamente poi, sono scattate le operazioni di indagine all’interno dei reparti detentivi dove gli agenti hanno sequestrato un altro telefono cellulare nascosto in un materasso e ben due sim nascoste in un accappatoio”.
Donato Capece, segretario generale del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, preannuncia che il SAPPE manifesterà martedì 3 ottobre 2023 davanti agli uffici del Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di Napoli, in via Nuova Poggioreale, dalle 9.30: “Saremo in piazza per chiedere al Provveditore penitenziario della Campania, Lucia Castellano, cosa ha fatto – in due anni che dirige il Prap – per migliorare la sicurezza degli istituti, oggi allo sfascio cone confermano i gravi episodi avvenuti ieri ad Avellino, Salerno e Nisida, e soprattutto la sicurezza dei poliziotti penitenziari”.
“Ma saremo in piazza”,prosegue, “anche per denunciare che la situazione regionale è “al palo”: ad Avellino, Salerno, Ariano Irpino, Carinola le aggressioni verso la Polizia Penitenziaria e il caos gestione sono all’ordine del giorno.
Per non parlare del valzer dei comandanti di Reparto, che vengono messi in mobilità senza nessun interpello così come i dirigenti della Polizia Penitenziaria comandati a fare i responsabili dei Nuclei traduzione senza nessuna trasparenza, del sovraffollamento atavico di Poggioreale (oltre 2000 detenuti presenti), del mancato trasferimento fuori Regione dei detenuti.
Tutte denunce più volte segnalate dal SAPPE ma rimaste tutte senza risposta”. “Il provveditore Lucia Castellano”, conclude Capece, “deve iniziare a salvaguardare di più e meglio l’ordine e la sicurezza delle carceri campane e deve necessariamente iniziare a rivolgere la dovuta attenzione alle esigenze ed alle aspettative lavorative del Personale di Polizia Penitenziaria in servizio nella Regione, che finora sono state totalmente inascoltate e bistrattate”.