Termina l’estate 2023, tra le più calde mai registrate (di Tony Ardito)

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Da un’analisi della Coldiretti si rileva che l’estate appena finita, dal punto di vista climatologico, è al primo posto fra le più calde mai registrate nel pianeta con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani; addirittura superiore di 1,15 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo.

Lo studio è stato effettuato sulla base delle elaborazioni sulla banca dati del National Climatic Data Centre che registra le temperature mondiali dal 1850, in riferimento all’equinozio di autunno delle ore 8.49 di sabato 23 settembre con trombe d’aria e i nubifragi al nord e gli incendi in Sicilia.

Una anomalia climatica che ha segnato l’intera stagione la quale dal punto di vista climatologico ha fatto registrare una temperatura superiore di 1,04 gradi la media storica che la classifica tra le otto più calde dal 1800 (secondo le analisi Coldiretti su dati Isac Cnr).

Lungo la Penisola, il caldo record nell’estate 2023 è stato accompagnato da una media di oltre 22 eventi estremi al giorno tra grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore e tempeste di vento che hanno provocato danni.

Un’annata nera per l’agricoltura italiana con danni che, tra coltivazioni e infrastrutture, supereranno i 6 miliardi dello scorso anno a causa dei cambiamenti climatici con un taglio del 10% della produzione di grano, del 60% per le ciliegie e del 63% delle pere mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto al 2022, e si registrano cali pure per il pomodoro e per la vendemmia (-12%). A beneficiare, invece, delle condizioni climatiche anomale con il caldo intervallato dalla pioggia è stata la nascita dei funghi con un’esplosione di porcini e aumenti del raccolto fino al +20% rispetto allo scorso anno.

Per la importante sigla di categoria, l’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è pure il settore più impegnato per contrastarli. Si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque.

Occorrono investimenti anche grazie al Pnrr per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma pure ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni resistenti

di Tony Ardito

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