L’ammontare dei crediti incagliati in tema di Superbonus 110% è infatti cresciuto a dismisura fino a determinare, oggi, un buco economico devastante per circa 33mila imprese e 350mila famiglie italiane. In ragione di tale situazione di crisi, riscontrabile anche in provincia di Salerno, il presidente dell’Ance Aies, Fabio Napoli, esprime grande preoccupazione anche perchè la situazione, già critica, rischia solo di peggiorare.
Giusto ricordare che il Superbonus, introdotto per fronteggiare gli effetti dell’ondata pandemica, ha dato il via ad un primo ed importante processo di efficientamento del patrimonio immobiliare italiano grazie alla possibilità di cessione del credito anche alle banche, un’opportunità premiata da oltre 400 mila edifici “ristrutturati” in due anni e mezzo.
La misura che ha determinato un grande “shock economico”, contribuendo a risollevare il Pil, oggi fa discutere relativamente al problema dei crediti incagliati. “Il problema dei costi lievitati del Superbonus, forse sottostimati all’origine – dice il presidente di Ance Aies, Fabio Napoli – ora non può essere curato con una decisione drastica. Il suo affossamento non risolverebbe il problema, anzi molti lavori sarebbero lasciati a metà con gravi conseguenze sociali ed economiche, occorre, invece, agire con responsabilità, adottare soluzioni sostenibili per concludere i lavori in corso, prevedendo anche la proroga dei lavori per i condomini.
Siamo di fronte alla nuova sfida europea di riqualificare energeticamente l’intero patrimonio immobiliare del Continente entro il 2050, obiettivo che comporterà anche per l’Italia un numero di interventi molto importanti. A nostro avviso – prosegue – l’obiettivo potrà essere raggiunto solo con un sistema di incentivi strutturato, che renda sostenibile dal punto di vista economico la scelta delle famiglie di intervenire sugli edifici in cui abitano”.
Partendo dall’esperienza del Superbonus, l’Ance Aies Salerno in sinergia con la governance nazionale, ha avanzato una serie di proposte al fine di raggiungere l’ambizioso obiettivo posto dall’Europa attraverso una strategia chiara ed efficace, sostenibile per le finanze dello Stato e delle famiglie italiane proprietarie degli immobili da rigenerare. “Parliamo di investimenti fondamentali per la riqualificazione del patrimonio immobiliare delle nostre città che hanno bisogno di essere rigenerate in modo profondo per venire incontro alle nuove esigenze del vivere e del produrre”.
Queste le proposte Ance avanzate al Governo:
- Mantenimento della struttura di controlli, massimali, asseverazioni e qualificazione attualmente previsti per gli interventi del Superbonus;
- Orizzonte almeno decennale degli incentivi per consentire una distribuzione degli interventi coerente con le scadenze previste in sede europea;
- Miglioramento energetico di almeno quattro classi per gli edifici ricadenti nelle attuali classi E, F e G;
- Miglioramento sismico di almeno una classe di rischio, nelle zone 1, 2 e 3;
- Mantenimento dell’attuale Sismabonus acquisti;
- Mantenimento, a regime, dell’aliquota del 70% prevista per il 2024;
- Previsione di un’aliquota del 100% per i soli soggetti incapienti;
- Possibilità di cessione del credito o di sconto in fattura per i soli interventi di riqualificazione energetica e sismica di interi edifici;
- Interventi sugli edifici unifamiliari solo se destinati ad abitazione principale;
- Periodo di fruizione delle detrazioni in 5, 10 anni o 20 anni, a scelta del contribuente utilizzatore;
- Previsione di un Fondo di garanzia per l’erogazione di mutui “verdi” alle famiglie per il finanziamento della quota a carico degli interventi.