Al tavolo erano presenti, oltre ai due parlamentari, il presidente nazionale dell’Ordine Carlo Bartoli, la segretaria nazionale Paola Spadari, il presidente della Commissione Riforma del Cnog Riccardo Arena e il consigliere Nicola Marini, anch’egli componente della Commissione Riforma. In sala presenti anche le deputate Naike Gruppioni e Francesca Ghirra.
La bozza di proposta di riforma dell’accesso alla professione approvata all’unanimità dall’Ordine dei Giornalisti prevede una laurea magistrale in Giornalismo richiesta ai professionisti e una laurea triennale per i pubblicisti che intendono iscriversi all’Albo professionale.
E ancora: un biennio di attività propedeutica dove sarà necessario seguire un percorso di formazione. È questa in sintesi la proposta di riforma dell’accesso alla professione approvata all’unanimità dall’Ordine dei Giornalisti e presentata, ieri, in una conferenza stampa a Montecitorio.
Per il momento si tratta solo di una bozza di riforma della legge 69 del 1963 ma l’Odg spera in una rapida approvazione anche da parte del Parlamento.
Oggi per diventare professionista o pubblicista basta anche solo la licenza di scuola media. Troppo poco. La bozza voluta dall’Ordine punta proprio a qualificare il lavoro del giornalista.
Secondo il presidente dell’Odg, Carlo Bartoli, «servono esperienze e conoscenza ma anche un corredo culturale». Bisogna dunque mettere mano alla legge del 1963 «che ha principi importantissimi e molto validi, ma che vanno aggiornati». Il giornalismo, ripetono dall’Ordine, può avere un futuro a condizione che sia un lavoro di qualità.
La bozza è ritenuta un elemento di rispetto nei confronti del Parlamento. L’Odg non ha presentato una proposta chiusa perché attende successive indicazioni del Parlamento.
La speranza di Bartoli è che i parlamentari di tutti i gruppi firmino unitariamente una proposta di legge per consentire alla riforma un percorso spedito