Il tarlo del dubbio s’era insinuato nelle menti dei sanitari dell’équipe medica sul finire dello scorso weekend: il tracciato dell’elettroencefalogramma era insolito, ricordava quello assai ricorrente nei pazienti affetti dalla cosiddetta mucca pazza.
Pure la risonanza magnetica ha ulteriormente alimentato il singolare presentimento. Allo stato un forte sospetto, nulla di più, che nei giorni scorsi aveva indotto gli specialisti dell’Unità di Rianimazione, che assistevano l’uomo dal 30 settembre, a trasmettere dei campioni di liquor cerebrospinale e di sangue del 70enne all’Istituto d’istruzione superiore “Spallanzani” di Roma: dovranno esaminarlo per dare una risposta agli interrogativi sollevati dal tracciato e dalla risonanza.
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