Da un lato c’è l’economia circolare e la necessità di innescare processi ecosostenibili, dall’altro l’aumento del costo delle materie prime. È infatti possibile ricavare metalli e materiali preziosi dai dispositivi abbandonati, uno studio di E-waste Lab di Remedia, in collaborazione con il Politecnico di Milano, ha spiegato che all’interno di uno smartphone sono presenti 9 grammi di rame, 11 grammi di ferro, 250 milligrammi di argento, 24 milligrammi di oro, 9 milligrammi di palladio, 65 grammi di plastica, 1 grammo di terre rare.
“Questi dispositivi possono avere una nuova vita e fornire i materiali preziosi necessari per costruirne di nuovi. Un’Ue circolare è vantaggiosa per noi e per il nostro Pianeta“. Per facilitare la raccolta l’Unione ha introdotto “incentivi finanziari per la restituzione dei dispositivi, come sconti, buoni o premi in denaro, strumenti per stimare il valore dei dispositivi da riacquistare, modi semplici per restituire e ritirare i dispositivi tramite servizi postali, come buste o etichette prepagate, i punti di raccolta saranno anche più comodi e visibili“.
Il tasso di raccolta dei dispositivi elettronici è basso, inferiore al 5%. L’Unione europea da tempo sta portando avanti politiche per incentivare la raccolta delle apparecchiature elettriche ed elettroniche RAEE per ridurre l’impatto ambientale.
La normativa attuale è la direttiva RAEE 2012/19 che prevede la raccolta differenziata ma anche il riutilizzo, riciclaggio e recupero. “Le raccomandazioni adottate oggi si concentrano su misure e incentivi efficaci per aumentare il tasso di raccolta dei prodotti elettronici di piccole dimensioni in tutta l’Ue, dando loro una seconda vita. Si tratta di una soluzione vantaggiosa per tutti: i cittadini ne possono beneficiare in vari modi, mentre l’economia circolare cresce e noi tutti preserviamo importanti materie prime“, ha sottolineato l’Unione europea.
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