L’Unione Nazionale Consumatori ha condotto uno studio stilando la classifica completa delle città con i maggiori rialzi e ribassi per quanto riguarda luce e gas, elaborando gli ultimi dati Istat relativi al mese di settembre 2023. A livello nazionale, invece, l’indagine confronta la variazione dei prezzi di luce e gas, confrontando il mercato libero con il tutelato.
Per quanto riguarda le città, per la voce Energia elettrica, gas e altri combustibili, che include gas, luce (mercato libero e tutelato), gasolio per riscaldamento e combustibili solidi, se in Italia il rialzo da settembre 2023 a giugno 2021, ossia prima dei rialzi scattati a partire da luglio 2021, è stato pari al 68,1%, in alcune città si è superato il 90 per cento.
A vincere la classifica delle città con i cittadini più bastonati dalle bollette (tabella n. 2) è Aosta, dove le spese per luce, gas e gasolio volano del 94,6% su giugno 2021. Medaglia d’argento e di bronzo a due città del Piemonte: Alessandria con +85,3% e Cuneo con +83,2%.
Appena fuori dal podio altre 4 città del Piemonte: Vercelli (+82,8%), Biella (+82,1%), Torino (6° con +81,3%) e Novara (+80,3%). In ottava posizione Teramo (+78,4%), poi Campobasso (+77,5%). Chiude la top ten Imperia con +77,3%.
Dall’altra parte della classifica, la città meno tartassata è Potenza con +46,4%. Al secondo posto Napoli con +55,4%. Sul gradino più basso del podio delle città virtuose Reggio Calabria con +55,9%.
Interessanti anche gli ultimi dati tendenziali di settembre 2023 (tabella n. 3). Nonostante la stagione termica non sia ancora iniziata, quindi da ottobre la graduatoria potrebbe capovolgersi, mentre alcune città hanno visto precipitare i prezzi rispetto a settembre 2022, 6 città segnano ancora degli aumenti rispetto allo scorso anno, cosa assolutamente ingiustificata atteso che la scorsa estate i prezzi nei mercati all’ingrosso erano impazziti.
Così mentre Bolzano e Trento sono le più risparmiose d’Italia, con, rispettivamente un crollo del 30,8 e del 30%, seguite da Potenza con -21,1%, ed Aosta, che guarda caso è la peggiore d’Italia anche nel confronto con giugno 2021, si registra un rincaro del 3,9%, apparentemente contenuto, ma spropositato atteso che i prezzi dello scorso anno erano già astronomici. Al secondo delle cattive c’è Alessandria con +1,5%, seguite da Genova e Cuneo, ex aequo con +0,5 per cento.
Per quanto riguarda l’Italia, da giugno 2021 a settembre 2023, la luce del mercato libero in Italia è rincarata del 109,6% (cfr. tabella n. 1) contro il 21,3% del tutelato, più di 5 volte tanto, mentre considerando il primo dato utile del gas rilevato dall’Istat, dicembre 2021, il libero da allora è aumentato del 47,4% contro un calo dell’11,4% del tutelato, un divario di 58,8 punti percentuali.
Anche rispetto ai picchi dei prezzi raggiunti nel dicembre 2022, ora la luce del tutelato è scesa del 52,4%, quella del libero del 45,6%, il gas del tutelato è diminuito del 38,8%, il libero del 37,2%. Infine, anche per i dati tendenziali di settembre 2023 permane il gap, con la luce del tutelato che si abbassa del 27,6% su settembre 2022 contro il -8,7% del libero, e il prezzo del gas che si riduce del 29,8% nel tutelato contro il -5,6% del libero.
“Insomma, comunque la si giri, tutti i confronti dimostrano come il mercato tutelato abbia contribuito a contenere gli aumenti dei beni energetici in questa situazione di prezzi impazziti e che sarebbe vergognoso non prorogarlo, sia per le famiglie che per il gas dei condomini, come minimo fino al gennaio 2025 e in ogni caso fino a che ci saranno le tensioni legate alle guerre in corso.
Urge fare un decreto entro la fine del mese, considerato che le famiglie hanno già ricevuto a settembre un avviso di sfratto dal mercato tutelato, e poi va inserita la proroga, come da noi proposto, anche in fase di conversione in legge del decreto n. 131 del 29/09/2023, così da dare subito certezze, sia agli italiani che agli operatori. Infine vanno ripristinati gli sconti sugli oneri di sistema della luce, magari riservandoli a chi ha contratti a prezzi variabili o a chi ha un reddito inferiore a 35 mila euro” afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori.
Anche analizzando l’andamento degli indici Istat, tradotti con grafici a linee (grafico n. 1 e 2), per la luce è evidente che dopo incrementi iniziali maggiori nel tutelato rispetto al libero, per via dei contratti a prezzi fissi che hanno ritardato l’adeguamento dei prezzi, a partire da maggio 2022 la situazione si è capovolta e da allora le variazioni dei prezzi del mercato libero sono sempre state maggiori. Andamento analogo per il gas, con il superamento del libero che avviene a partire da agosto 2022 e raggiunge un divario record nell’ottobre del 2022, quando Arera decide, anche su proposta dell’Unc, di stabilire il prezzo del tutelato su base mensile ed ex post.
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