Cosa sta accadendo? Rivedere le proprie posizioni e decidere di “fare dietro front” solo rispetto alle reiterate proteste dei medici e ignorare gli appelli dei professionisti dell’assistenza, in relazione a un capitolo così importante come quello delle pensioni, potrebbe non fare altro che acuire una situazione di per se già delicatissima.
Secondo alcune interpretazioni che circolano nel mondo politico, riguardo al comunicato del Sottosegretario al Lavoro Durigon, lo stesso potrebbe svelare la malcelata intenzione di possibili revisioni dei tagli solo in favore della dirigenza medica.
L’ipotesi nefasta dei tagli delle pensioni con la riduzione delle aliquote di rendimento dei contributi versati tra il 1981 e il 1995 potrebbe rappresentare una vera e propria punizione che il personale attualmente in servizio nella sanità pubblica non merita, con una perdita stimabile tra il 5% e il 25% dell’assegno pensionistico annuale, da moltiplicare per l’aspettativa di vita media.
I nostri centralini da giorni non smettono di squillare. Gli iscritti ci chiedono se davvero saranno “toccate” le loro pensioni. Vogliono lasciare la sanità italiana, vogliono fuggire all’estero, vogliono capire come andare prima in pensione».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
«Ci auguriamo che di illazioni si tratti, e ci auguriamo di leggere, con urgenza, chiarimenti rassicuranti del Governo sulla questione.
Ci aspettiamo che la politica smetta, una volta per tutte, di giocare con la vita degli infermieri! Siamo stanchi degli illusionismi e delle promesse vane, quando nella realtà dei fatti rischiamo come sempre di incarnare ancora una volta il ruolo della “Cenerentola” della situazione.
Intanto sono pronte a partire manifestazioni di protesta e sit in in tutta Italia, da Nord a Sud.
Ora, ad essere davvero arrabbiati, più che mai, sono gli infermieri!», chiosa De Palma.
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