Con l’arrivo dei primi manifestanti, infatti, le guardie presenti all’ingresso del Da Procida hanno tentato di fermarne l’accesso parlando proprio di ordini giunti nei giorni scorsi da Longanella: al Da Procida l’accesso è consentito dalle 18 alle 19 per i familiari dei pazienti ricoverati in quanto, tra prefestivo e festivo, il presidio ospedaliero è chiuso al pubblico fino a lunedì. Solo dopo la “minaccia” di far arrivare sul posto le forze dell’ordine le guardie si sono messe da parte facendo entrare i manifestanti. Lo scrive Le Cronache consultabile on line
«Il pronto soccorso è un settore molto delicato, non sono di responsabilità delle singole aziende bensì territoriali e noi più volte abbiamo fatto presente che a Salerno non c’è nulla: è necessario recarsi al Pronto soccorso perché non c’è alternativa – ha dichiarato Margaret Cittadino, presidente del Tribunale per i diritti del Malato – Abbiamo più volte proposto di utilizzare gli ambulatori, mettendo infermieri h24 e medici h12, ausiliari e un mezzo del 118 per un eventuale trasferimento urgente in ospedale». La Cittadino ha ricordato che a Pastena, zona orientale del capoluogo di provincia, un laboratorio è già pronto, dovrebbe solo entrare in funzione. «Bisogna mettere in moto la medicina territoriale anche perché sono stati tagliati i posti letto, questo aspetto non riguarda solo il Ruggi ma tutta la provincia di Salerno – ha aggiunto la sindacalista salernitana – Non si conoscono numeri reali, cambiano quotidianamente e questa situazione altro non è che la conseguenza di una mancata gestione unitaria da parte dell’azienda ospedaliera e dell’Asl, non capiamo perché tra di loro non si parlano e decidere le modalità per risolvere i problemi». E sempre in tema di sanità da non sottovalutare la problematica relativa alla riabilitazione.
A breve, infatti, presso il Da Procida dovrebbero iniziare i lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza con il fermo delle attività riabilitative per i pazienti provenienti da tutta la provincia in quanto ad oggi non ci sono strutture idonee sul territorio. «Denunciamo la continua privatizzazione del settore della riabilitazione, abbiamo avuto il divieto da parte del direttore sanitario Longanella di accedere al presidio, zona che ospita l’hospice La Casa di Lara con un accesso condiviso tra azienda ospedaliera e Asl – ha attaccato la presidente del Tribunale per i Diritti del Malato – La riabilitazione, già accreditata per il 95% corre il rischio di diventarlo in toto. In via Vernieri vi era una palestra per la riabilitazione di base ma con il pensionamento di un fisioterapista la struttura è stata chiusa, l’Asl non assume in questo settore, senza controllo della qualità o del numero di operatori».
Salari bassi per i lavoratori, contratti variegati che rischiano di abbattere definitivamente un settore già particolarmente in crisi. «Chiediamo all’Asl di rispettare le sue funzioni, non solo prescrittrice ma garantire un minimo di prestazione ai cittadini che si ritrovano liste d’attesa lunghe almeno quattro mesi», ha aggiunto infine la Cittadino che esprime preoccupazione in quanto ad oggi non si conoscono ancora i tempi per i lavori di ristrutturazione e non sono stati garantiti spazi idonei in attesa degli interventi. Altro problema riguarda la riabilitazione in acqua: al Da Procida vi è una piscina, unica in provincia di Salerno, senza barriere architettoniche e di conseguenza adatta a tutte le esigenze dei cittadini, gestiti da fisioterapisti esperti nel campo. «Noi chiediamo che per la riabilitazione in acqua si faccia una convenzione con una struttura pubblica perché non tutti hanno la possibilità di affrontare ulteriori spese economiche», ha detto ancora la Cittadino.
Sulla stessa linea di pensiero anche Carlo Barone, membro di Cittadinanzattiva: «La ristrutturazione è indispensabile, sia chiaro, soprattutto perché entreranno in funzione attività uniche nel suo genere ma considerati i tempi è inaccettabile non avere una struttura alternativa, regalando al privato l’unica struttura pubblica esistente in provincia di Salerno». Dure anche le parole di Laura Sarno, già coordinatrice della riabilitazione al Da Procida: «la riabilitazione è un passaggio importante del post acuto del pazienti, quella pubblica sembra essere completamente scomparsa dall’Asl: sul territorio non c’è nulla, chiusa la palestra e liste di attesa che vanno ad arricchire il privato accreditato – ha aggiunto la Sarno – La riabilitazione al Da Procida è stato sempre fiore all’occhiello, è dotata di una palestra, 24 posti letto ma oggi per questi lavori non si conosce il destino di questi pazienti»
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