“Ci risiamo – commentano i direttori artistici Peppe D’Antonio e Boris Sollazzo – Lo scorso anno è toccato al totem che invitava i ragazzi al gioco del ping pong sul tema dei conflitti nel cinema; quest’anno abbiamo immaginato un percorso visivo che restituisse l’idea del movimento e quindi del cambiamento come sfida.
E anche questa volta c’è chi la sfida al cambiamento l’ha intesa, ma in senso negativo. Siamo amareggiati per quanto accaduto ma ancor di più per il gesto.
L’ennesimo scempio all’arte, l’ennesimo andare oltre per il semplice gusto di farlo senza se e senza ma. Siamo convinti che quest’azione distruttiva debba essere riparata nelle forme dell’arte, quindi invitiamo anche tutti quelli che si trovano a passare di lì di tutelare questi beni, indipendentemente che siamo di Linea d’Ombra”.
Da domenica – come riporta oggi il quotidiano “Le Cronache” consultabile online – il team di Linea d’Ombra, con la supervisione di Mariano Cuofano e Luca Sabetta che lo ha supportato nella progettazione, è al lavoro per il ripristino.
“Sinceramente, su quanto è accaduto non leggo cattiveria ma scorgo scarsa educazione al rapporto con un oggetto artistico – commenta Mariano Cuofano – È come se, di fronte ad una novità, in modo quasi istintivo ci si sentisse autorizzati ad interagire in maniera infantile. Toccandola. Allargandola.
Non c’è stato quello che mi aspettavo: fermarsi a comprendere ciò che l’opera voleva comunicare; nessuno si è interrogato sul perché era lì. Vederla violata, dopo un primo momento di smarrimento, restituisce alla città un messaggio ancora più forte sul quale dovremmo interrogarci, tutti”.
Sarà inserita una bandella che la proteggerà e una scritta ricorderà ai passanti di non toccarla.