Ma non mi sento di tradire quelli che hanno combattuto con me e che ci hanno creduto». Insomma, in parole povere, De Luca parla da “leader nazionale” contro il suo stesso partito ma non ha inten- zione di lasciarlo perché sa bene che quel nonostante, in parte, può dirsi anche grazie. E grazie al soste- gno del Pd campano, la regione più grande del Mezzogiorno peraltro tra le poche ora amministrate dal centrosinistra e dal Pd insieme alla Puglia di Michele Emiliano e Antonio Decaro, Schlein intende arrivare al risultato sperato che da Bruxelles possa rilanciare la sua al- ternativa alla destra di Meloni. Sabato, infatti, il Nazareno scenderà in piazza, a Piazza del Popolo a Roma, “Per un futuro più giusto. L’alternativa c’è”. Sempre da Na- poli, De Luca ha avvertito: «Meloni aveva il compito storico di creare una grande destra europea, non quella plebea. Sono contro la rot- tamazione, la considero politica- mente idiota, umanamente volgare. A un certo punto un giudi- zio di merito devi proporlo ma non perché devi punire qualcuno ma perché se non cambi i volti, le esperienze, le capacità in campo tu l’Italia non la governi mai. Questa è la mia angoscia: abbiamo consegnato l’Italia nelle mani della destra ideologica, dei fascisti. Però nei territori i conti non sono stati fatti». Un avvertimento che sa di adunata alle armi, o meglio, di ri- compattare gli apparati per blindare la sua influenza a livello regionale in chiave nazionale. De Luca padre, a questo punto, con il pressing del Nazereno sul figlio Piero, abbasserà i suoi «lanciafiamme» o continuerà la sua stregia che, per ora, sembra addirittura vederlo in una posizione di vantag- gio. Le manovre a Palazzo Santa Lucia sono già iniziate da mesi: il governatore può contare sul sostegno di Azione di Carlo Calenda per- ché tra i due corrono buoni rapporti e il partito è parte della maggioranza che governa la regione e Italia Viva di Matteo Renzi che in Campania è filo-deluchiana. Una sorta di lista 2 per De Luca che può esercitare il controllo diretto sui partiti attraverso la lealtà dei suoi consiglieri e assessori regio- nali, soprattutto nel partito di Renzi che in Campania conta la rappresentanza politica più nutrita. Pesa in Azione l’ultimo caso dello stop ai congressi campani che si stavano svolgendo per il rinnovo delle cariche locali. Sarebbero state due segnalazioni (una di un candidato, Piero Sabbarese e l’altra dell’ex Pd Marco Plutino), a spin- gere la commissione nazionale a sospendere le consultazioni. Se- condo la commissione, ci sarebbero «situazioni di irregolarità con riguardo ad iscrizioni raccolte in regione». Possiamo dire che sia Vincenzo che Piero De Luca sono entrambi in ‘corsa’. Il primo per una terza candidatura alle regio- nali, quarta se consideriamo la prima in cui fu sconfitto da Stefano Caldoro nel 2010, il secondo per un posto a Bruxelles.
Fonte L’Ora della Sera