“Nel corso dell’incontro tecnico con le Regioni e il ministero della Salute, che si è tenuto proprio ieri- ha fatto sapere Francesca Russo, direttore del Coordinamento Interregionale Prevenzione- è emerso un quadro piuttosto simile in tutte le Regioni, con una offerta e risposta alla vaccinazione antinfluenzale simile alla stagione precedente, mentre la risposta alla vaccinazione contro il Covid-19 è piuttosto bassa. Le strategie regionali sono sovrapponibili in quasi tutte le Regioni: per questo è stato chiesto al ministero di rafforzare centralmente il supporto da parte dei medici di medicina generale anche attraverso un accordo ad hoc e di supportare la scelta delle persone, in particolare dei soggetti a rischio con una campagna di comunicazione estesa. Le Regioni si impegnano a rafforzare tutte le loro azioni compresa la comunicazione e forniranno al ministero i riferimenti utili a supporto del numero verde 1500 reso disponibile dallo stesso alla popolazione”.
Ad incidere sui bassi tassi di copertura anche il fenomeno dell’esitazione vaccinale e della vaccine fatigue. In un contesto nazionale che, secondo una survey realizzata nei mesi scorsi su 2.500 persone da The European House-Ambrosetti in collaborazione con SWG, vede il 76% dei cittadini ritenere che i vaccini siano uno strumento efficace per contrastare le malattie infettive, emerge un quadro molto diversificato a livello regionale, che vede le regioni del nord, in primis Piemonte, Emilia Romagna e Veneto, con valori superiori all’80%. Si tratta di un livello di fiducia che dopo il Covid-19 è diminuito soprattutto nelle regioni del sud: in Basilicata, Sicilia e Campania la percentuale di cittadini per cui la fiducia è diminuita supera il 20%; al lato opposto la Lombardia, in cui la fiducia è cresciuta del 19%.
“Un altro dato importante della survey riguarda il contrasto dell’esitazione vaccinale- ha sottolineato Daniela Bianco, partner e responsabile Area Healthcare di The European House-Ambrosetti- In tutte le Regioni i primi due strumenti di contrasto dell’esitazione vaccinale ritenuti più importanti sono un’informazione più dettagliata da parte del ministero della Salute e delle ASL e un maggior dialogo con il proprio medico e farmacista di fiducia”.
Emerge quindi il “ruolo chiave della comunicazione per contrastare l’esitazione e superare anche la cosiddetta fatica vaccinale- ha proseguito- oltre a potenziare e rendere più flessibile l’organizzazione dei servizi. Questi stessi aspetti possono però amplificare il fenomeno dell’esitazione se i cittadini non trovano risposte adeguate”. Nuove strategie vaccinali si rendono quindi necessarie, secondo gli esperti, considerato lo scenario attuale in cui l’attenzione da parte dei cittadini alle vaccinazioni è diminuita, specialmente per gli over 65, per cui “l’aderenza ai vaccini anti-influenzale, anti-pneumococco anti-herpes zoster e anti-Covid è fondamentale”, e i tassi di copertura vaccinale nella popolazione adulta, se si esclude l’influenza, sono “ancora molto lontani” dagli obiettivi del nuovo Piano di Prevenzione Vaccinale 2023-2025.
A partecipare all’incontro anche Francesco Vaia, direttore generale della prevenzione del Ministero della Salute, che ha sottolineato: “Il nuovo Piano vaccinale pone una serie di sfide sul piano dell’organizzazione e della comunicazione ai cittadini. Proprio la volontà di voler trovare risposte adeguate, ha spinto la mia direzione ad attivare una Conferenza di lavoro che nasce proprio con queste finalità. Proponendo un’offerta vaccinale di prossimità, coinvolgendo tutti gli attori dell’ecosistema salute, e fornendo informazioni chiare e univoche, mi piacerebbe che i cittadini non nutrissero più alcun dubbio sull’efficacia e la sicurezza di questo strumento di prevenzione e che la vaccinazione fosse riconosciutala come strumento di tutela della propria della persona e della collettività”.
Tra gli obiettivi del nuovo Piano di Prevenzione Vaccinale rientra anche la promozione nei professionisti sanitari della cultura delle vaccinazioni e la formazione in vaccinologia. “Il lavoro sulla classe medica è quanto mai urgente- ha evidenziato Francesco Vitale, professore ordinario di Igiene e Medicina preventiva presso l’Università di Palermo e già Coordinatore del Comitato Scientifico della SitI- Il cittadino si fida del proprio medico, dal medico di medicina generale allo specialista, e se il medico consiglia la vaccinazione all’interno del proprio percorso di cura il cittadino sarà incentivato a farlo. Se il livello di fiducia nei confronti dei vaccini non è alto tra gli operatori sanitari, non possiamo stupirci del fenomeno dell’esitazione tra i cittadini. L’inserimento della vaccinazione nei PDTA, insieme alla vaccinazione all’interno degli ospedali possono essere elementi importanti per rilanciare le coperture vaccinali negli anziani e nei pazienti fragili”. In un modello organizzativo che vede tutti gli attori collaborare per aumentare le coperture vaccinali negli adulti e fragili, secondo Andrea Mandelli, presidente della FOFI, rientra “a pieno titolo anche la farmacia. Già oggi il Servizio sanitario nazionale può contare su 50mila farmacisti vaccinatori che in questi mesi si sono formati. Il nostro auspicio- ha sottolineato- è che il contributo positivo dato alla campagna di vaccinazione anti-Covid e antinfluenzale, possa essere esteso anche ad altre vaccinazioni, come sta succedendo in alcune Regioni sotto forma di sperimentazione”.
Ha aggiunto infine Tommasa Maio, responsabile Area Vaccini della FIMMG: “Dobbiamo promuovere la vaccinazione attraverso una organizzazione capillare ed efficiente per permettere alla medicina generale di continuare a fare la propria parte. Dobbiamo motivare il cittadino, dobbiamo coordinare le informazioni e i messaggi che forniamo, dobbiamo sfruttare la relazione di vicinanza che abbiamo per fargli comprendere il valore della vaccinazione. Dobbiamo far capire che la vaccinazione è un diritto di tutti”.