“Mentre lamentiamo la nostra preoccupazione per gli effetti di calo prenotazioni e cancellazione a causa del clamore mediatico delle allerte e annunci politici sul rischio bradisismo, il Comune di Pozzuoli ci convoca perché intenderebbe istituire l’imposta di soggiorno . Ci appare decisamente un paradosso a cui non intendiamo sottostare – dichiara il presidente Abbac Agostino Ingenito, in rappresentanza degli operatori associati dell’area – Nel gennaio scorso avevamo condiviso con il vicesindaco un percorso di analisi sul tema da noi proposto, al fine di individuare una modalità che consentisse all’ente locale di monitorare il diffuso abusivismo e irregolarità ricettiva presente sul territorio ed acuita dopo la pandemia, con centinaia di annunci online di offerta alloggi senza alcun rispetto di regole.
Uno strumento dunque che era stato suggerito, tenuto conto dell’inserimento del comune, nell’elenco regionale delle località turistiche, al solo scopo di garantire all’ente, un monitoraggio e risorse eventuali da utilizzare con il solo scopo di garantire minimi elementi di accoglienza turistica per aiutare i viaggiatori ad orientarsi nella città flegrea, priva di infopoint, cartelli e una mobilità concreta verso i siti culturali . Non a caso avevamo sollecitato il vicesindaco a sollecitare la Città Metropolitana e la Regione a garantire la continuità del progetto Dedalo, il servizio bus turistico, avviato per alcuni brevi periodi nel 2022 da Scabec e chr collegava i 10 siti archeologici dell’area flegrea ma poi concluso senza alcuna programmazione di continuità.
Va chiarito che è naturalmente facoltà dell’ ente locale introdurre qualsivoglia imposta di competenza compreso la tassa di soggiorno ma al contrario sarebbe auspicabile condivida invece una scelta di non introdurla, facendone un ottimo veicolo di promozione che potrebbe attirare viaggiatori ed ospiti che potrebbero ritrovarsi a pochi chilometri da Napoli che invece ha un costo giornaliero di 3 euro a notte. In questo modo avremo di cercare di promuovere offerte di alloggio a costi promozionali incentivando prenotazioni di viaggiatori che non pagherebbero l’imposta.
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