Omicidio con metodo mafioso in Puglia: tra i sei arrestati anche due salernitani

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Anche due salernitani sono stati arrestati tra le sei persone accusate dell’omicidio del 33enne Claudio Fiorentino, avvenuto il 3 giugno 2014 a Giovinazzo.

I carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito oggi un’ordinanza applicativa di custodia cautelare – emessa dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia -, con la quale vengono riconosciuti gravi indizi di colpevolezza a carico di sei persone, quattro originarie di Bari e due di Salerno.

Devono rispondere a vario titolo, delle accuse di “omicidio in concorso, detenzione e porto illegale di armi”, aggravati dalle modalità mafiose.

Secondo l’impostazione accusatoria, il 3 giugno 2014 a Giovinazzo, Claudio Fiorentino, all’epoca 33enne, mentre percorreva con un calesse la complanare della SS 16, venne attinto da nove colpi di arma da fuoco esplosi con una pistola mitragliatrice Micro Uzi da un killer che viaggiava a bordo di una moto condotta da un complice.

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e sviluppate in più fasi dal Reparto Operativo – Nucleo Investigativo per mezzo di servizi di osservazione, pedinamenti e attività tecniche, nonché supportate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli odierni arrestati – tutti appartenenti al clan Di Cosola, attivo sul territorio di Bari e provincia – e di individuare il movente del grave fatto delittuoso, riconducibile ad un contrasto finalizzato al controllo del territorio.

In particolare, i due mandanti dell’omicidio, oggi di 41 e 49 anni – il primo dei quali ritenuto l’attuale reggente del clan Di Cosola – avrebbero organizzato e ordinato l’omicidio ai quattro esecutori materiali (due 44enni, un 42enne ed un 35enne) per agevolare l’attività criminale del sodalizio sul territorio di Giovinazzo.

La misura cautelare è stata notificata in carcere a tre indagati, detenuti per altra causa, mentre degli altri tre, due sono stati associati in carcere ed uno è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare odierna, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa dell’indagato, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.

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