Martina Palmieri, coordinatrice dell’Unione degli Studenti di Salerno, ricorda che “il sistema per troppo tempo ha fatto finta di ascoltarci”. E ancora: “Vivere in un sistema marcio e totalitario, che vede gli studenti come nient’altro che uno strumento di massa, e alla lotta studentesca come un’erbaccia da estirpare all’origine, è ciò che ci ha portato a riunirci in piazza. È arrivato il momento di garantire la tutela sotto ogni aspetto psico-didattico, fisico, con un’edilizia scolastica che vede, da un lato il 65% degli edifici scolastici Campani non collaudati secondo la normativa antisismica e il 59,3% con la necessità di interventi di manutenzione urgenti, e dall’altro, il non abbattimento delle barriere architettoniche”. Altro aspetto critico è rappresentato dalla viabilità, che condiziona l’accesso agli istituti: “Vediamo che le strade utilizzate dal trasporto pubblico sono al limite dell’agibilità e, specialmente nella nostra provincia, sono teatro sistematico di tragedie”. “Gli studenti e le studentesse del Vallo di Diano – aggiunge Irene Mele, coordinatrice Uds Vallo di Diano – sono in piazza per rivendicare il diritto di un’edilizia sicura ed accessibile. Abbiamo scuole che cadono a pezzi, tetti pericolanti e spazi per l’apprendimento non garantiti: una costante all’interno dei nostri luoghi di formazione. Garantire la sicurezza significa agevolare un processo di apprendimento impossibile in un ambiente ostile che non risponde alle nostre esigenze. Non vogliamo vivere in un sistema perverso che vuole formarci per essere poi schiavi della macchina del mercato”. “Alla luce della crisi economica – aggiunge Anna Boccuti membro dell’esecutivo dell’Unione degli Studenti Campania – è arrivato il momento di dotarsi di strumenti come il reddito di formazione, inteso come una diffusa e accessibile gratuità per studenti e studentesse, a partire dal materiale scolastico e finendo con i trasporti. Insomma, uno strumento che consideri gli studenti come soggetti della formazione emancipandoli quindi dalla loro condizione familiare. Il pensiero di Anna Boccuti va anche a quanto sta accadendo nel Medio Oriente: “Abbiamo deciso di raccogliere l’appello dei giovani palestinesi condannando anche da qui il genocidio che si sta perpetrando ai danni del loro popolo, ma anche per smascherare la fallacità di un sistema che continua a predicare la parabola del sapere critico ma che nemmeno dinanzi a brutalità del genere accoglie la scossa dell’attualità che ci richiama a schieraci affinché luoghi del sapere siano liberi da apartheid e da ideologie di guerra. Anzi, le manifestazioni a sostegno del popolo palestinese vengono represse”. Gli studenti, inoltre, hanno rimarcato la promessa fatta dall’assessore regionale Lucia Fortini lo scorso anno, quando promise la convocazione della conferenza per il diritto allo studio come sancito dall’articolo 10 della legge regionale per il diritto allo studio “ad oggi non ancora convocata”.
Fonte SalernoToday