E’ quanto ha dichiarato Lluis Sala, ex preparatore atletico della Salernitana e componente dello staff dell’allenatore esonerato Paulo Sousa, durante una puntata del podcast YouTube diretto da Alex De La Vega.
Sala ha affrontato molti temi legati alla recente esperienza a Salerno: “Mi ha richiesto molto non solo a livello mentale, ma anche fisico. Abbiamo provato non tanto a cambiare le cose, ma di andare ad aggiungere nuovi elementi. Alla fine abbiamo comunque fatto la storia del club raggiungendo la loro terza partecipazione alla Serie A consecutiva, questo la dice tutta”.
Sala spiega il protocollo adottato dall’arrivo di Sousa in Campania. Il tentativo – come riporta il sito web salernitananews.it – sarebbe stato quello di entrare in punta di piedi, conoscendo lo staff presente in loco, portando gradualmente il gruppo prima a conquistare la salvezza, poi a fare un salto qualitativo.
Ma l’inizio non è stato semplice: “Il profilo di routine quotidiana che noi dello staff avevamo a Salerno era molto diverso da quello che abbiamo svolto in altri posti. Parlo ad esempio del protocollo di attivazione individuale del calciatore appena arrivato, il protocollo di attivazione del gruppo, il parlare molto con i calciatori, test individuali, protocolli per i calciatori provenienti da un infortunio e pronti per essere reintegrati nel gruppo e così via. Su tutto ciò abbiamo dovuto a poco a poco modificare i comportamenti professionali.
Modellavamo un microciclo settimanale che ogni squadra di livello, a nostro giudizio, dovrebbe avere. In un club, anche di gran nome, è più importante la persona che lavora. La Salernitana non è un club con un grande blasone, ha da cambiare e rivedere molte cose“.
“Sousa e noi dello staff siamo arrivati con il compito preciso di salvare la squadra”, afferma Sala. La permanenza in massima serie sarebbe stata la base di partenza per il gruppo di Sousa, prima che si rompesse qualcosa in estate.
“Però quando assumi un allenatore che per nome, carriera e curriculum potrebbe allenare una delle squadre che stanno lottando per vincere quello stesso campionato o per andare in Champions League, lo fai con l’intenzione di chiedergli anche di dare al club un’altra visione.
Abbiamo cercato di creare una routine da dare agli altri componenti dello staff. Una volta che abbiamo salvato la squadra, nel pre-campionato abbiamo iniziato a dire ‘questo si fa così, questo invece non si fa’ sulla base del nostro credo professionale.
Perché non l’abbiamo fatto prima? Noi siamo uno staff di cinque persone, una famiglia. A Salerno ci siamo uniti a uno staff già presente sul luogo e il fatto di arrivare da un altro paese, con un diversa mentalità di lavoro, richiedeva cautela”.
sarà, però che quasi tutti i calciatori non siano in grado di reggere 90 minuti, sia quelli che hanno fatto il ritiro per intero che quelli che l’hanno praticamente saltato, un pò di dubbi su una errata preparazione atletica lo lascia. E dopo che Inzaghi lo ripete in tutte le partite è dubbio grosso grosso grosso