Terzo mandato o ritorno a Salerno: De Luca – come riporta oggi il quotidiano “L’Ora” consultabile online – dopo 30 anni non ha che da scegliere e nella sua città, al momento, avrebbe gioco facile. Più che in Regione, dove le dinamiche politiche, soprattutto interne al Pd, potrebbero giocargli un brutto scherzo.
Era il 6 dicembre 1993 quando De Luca diventa sindaco di Salerno superando al ballottaggio Pino Acocella e inaugurando la stagione dei Progressisti di Salerno. Dalla città più socialista d’Italia, con Giordano e Conte, il
primo caduto per mano giudiziaria nello spirito di emulazione della Tangentopoli milanese, Salerno diventa la città più Progressista d’Italia.
E’ sulla scia della “città possibile” e di quanto il go-verno di allora e l’amministrazione uscente aveva investito in
città che De Luca inizia la sua ascesa puntando sul completamento delle opere pubbliche, partendo dal trincerone, finito al centro di una inchiesta giudiziaria. Un tesoretto di interventi pubblici di cui ancora oggi si raccolgono i
frutti.
De Luca attira i salernitani con slogan e s’appella all’orgoglio di una città, partendo dai suoi simboli più popolari: San Matteo e la sua processione e la squadra granata. Da qui inizia la trasforma zione poi degenerata negli anni in
una occupazione di quasi tutti gli spazi pubblici e la nascita di palazzoni e di case tutt’oggi rimaste vuote.
Sogna una Barcellona salernitana ma gli resta il Crescent, la Piazza della Libertà e la nuova cittadella giudiziaria che dall’originario progetto di realizzazione verso la zona orientale viene traslocata nel centro cittadino e inaugurata più volte, fino all’ultimo e definitivo taglio del nastro, avvenuto solo pochi anni fa.
Trent’anni!!! Quanto son costati questi trent’anni alla città di Salerno in termini ambientali (consumazione di suolo), in termini di tasse per mantenere carrozzoni che lui ha inventato per procurarsi un bacino elettorale che non si riesce a scalfire, in termini di cementificazione, in termini di opere inventate solo per la sua megalomania e poi abbandonate al proprio destino! Quanto è costata, in termini economici, la sciagurata imposizione di spostare al centro il tribunale e quanto costa oggi in termini ambientali: traffico perennemente bloccato in quella zona e nelle strade limitrofe (via Dalmazia, via Michele Conforti, etc.)? Quanto costa alla città ed alla comunità la sua testardaggine nell’insistere con quel porto privo di futuro? Solo interessi per se e per suoi amici! Insomma, in trent’anni Salerno è stata ammazzata! Se avesse operato bene e disinteressatamente, Salerno non si sarebbe avviata allo svuotamento: da Salerno non vanno via solo i giovani, ma anche gli anziani, i pensionati!! Che ha fatto per creare lavoro stabile e duraturo? Niente! Che ha fatto per consentire vita dignitosa a chi vive di una pensione? Niente! Solo imposte in continua crescita!! Basta con questa specie di monarchia!!! Via da Salerno i De Luca e i loro leccapiedi!
Celebrano???
Lunga vita e tanta salute alla De Luca family!