Tanto che le Fiamme Gialle sono state questa mattina nella sede del club e il nome del patron della società scaligera Maurizio Setti è stato iscritto nel registro degli indagati. La visita nella sede della società è servita per acquisire e sequestrare dei documenti contabili: l’ammontare delle fatture emesse a favore del Verona, secondo le indagini, è infatti di circa 360.000 euro.
Gli investigatori vogliono dunque verificare se la cifra è stata inserita e come in contabilità. La società al centro dell’inchiesta, ‘Dal Worldwide Distribution’, ha come oggetto sociale dichiarato “attività di concessioni pubblicitarie”. Ma secondo le indagini, che riguardano in particolare gli anni di imposta 2018 e 2019 e in tutto contestano una frode fiscale da 10 milioni, si tratta di una realtà priva di una qualsiasi struttura operativa e commerciale, oltre che evasore totale. Tra le 22 società coinvolte nell’operazione di Gdf e Polizia ‘Cyrano’, ce n’è anche una che si occupa di manutenzione e riparazione di motocicli e ciclomotori, riferibile a Matteo Bonini, reggiano, ex pilota di motocross.
Un’altra, con sede a Novara, possiede la licenza per gestire due canali sportivi sulla piattaforma Sky (la tv risulta essere totalmente estranea ai fatti), mentre la somma più ingente per le operazioni presunte inesistenti è quella di 1,5 milioni da parte di una società edile di Cavola di Toano, nell’Appennino Reggiano, che vede indagato il rappresentante legale, un 47enne nato a Scandiano. E poi ancora un 44enne nato a Castelnovo ne’ Monti, titolare di una ditta di manutenzione macchine a Casalgrande che avrebbe dedotto 800.000 euro tra 2018 e 2019 (il biennio a cui si riferisce l’inchiesta). Infine, tre società sportive. “Non è stata effettuata alcuna perquisizione né nella sede né altrove”, ha precisato il Verona Calcio, dopo le prime notizie emerse in mattinata.
Il Club – prosegue la nota pubblicata sul sito ufficiale – ha spontaneamente messo a disposizione le proprie risultanze contabili relative ai rapporti con detta società, che consistono nella ricezione di sole tre fatture relative al periodo di imposta di quattro anni fa e comunque di modesto importo”. “La contestazione, si specifica ulteriormente in corso di verifica, potrebbe equivalere a circa 50.000 euro” evidenzia l’Hellas. “In ogni caso, si smentisce in maniera categorica che l’oggetto dei documenti fiscali richiesti attenga a contratti di sponsorizzazione, argomento di cui nessuno ha mai parlato”, conclude il club.
Fonte Ansa