Il nuovo sussidio entrerà in vigore ufficialmente il 1° gennaio 2024 ma da lunedì 18 dicembre si potranno trasmettere le domande. L’obiettivo è anticipare i lavori, evitando un “click-day” e limitando così il più possibile eventuali sovraccarichi di sistema e il rischio di crash del portale.
Le sedi Acli del Patronato e Caf del territorio – annuncia Gianluca Mastrovito, Presidente dei Servizi delle Acli provinciali di Salerno, sono già pronte ed attrezzate ad accogliere le istanze che si preannunciano numerose ed assistere i cittadini in tutte le fasi di compilazione ed inoltro. Si stima che nel Paese, i nuclei familiari beneficiari siano 737.400 mila
In alternativa, si potrà procedere in piena autonomia e dotati di identità digitale (Spid) con l’invio della domanda online all’Inps.
L’indennità, riconosciuta a seguito dell’esito positivo dei controlli operati dall’INPS a valere sui requisiti e alla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale (PAD), sarà erogata attraverso la Carta di inclusione emessa da Poste italiane. Trattandosi, di fatto, di un sussidio di sostegno economico, inclusione sociale e professionale, il suo ottenimento, continua Mastrovito, sarà condizionato al possesso di requisiti di residenza, cittadinanza e soggiorno, alla prova dei mezzi sulla base dell’ISEE, alla situazione reddituale del beneficiario e del suo nucleo familiare e non ultimo all’adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa.
Quest’ultimo aspetto, contempla (ma è tutto da verificare) che entro 120 giorni dalla domanda, i componenti del nucleo familiare vengano convocati dai Servizi sociali per un’analisi multidimensionale dei bisogni. A quel punto, chi sarà considerato attivabile al lavoro o aderirà volontariamente, verrà avviato ad uno specifico percorso che porterà, dopo il Patto di inclusione, alla sottoscrizione di un Patto di attivazione digitale individuale.
I Centri per l’impiego, oltre alle Agenzie per il lavoro indicate dal richiedente, potranno prendere in carico il soggetto instradandolo verso iniziative formative, progetti utili alla collettività o ad offerte lavorative.
Il beneficio economico, erogato mensilmente ad integrazione del reddito familiare, potrà arrivare fino a un massimo di € 10.920 composto da due quote: una componente c.d. “quota A” fino un massimo di € 6.000 euro annui, che sale a 7.560 euro annui se il nucleo è composto da persone da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza a cui può unirsi un’integrazione al reddito dei nuclei familiari residenti in una casa in affitto con contratto regolarmente registrato, c.d. “quota B” il cui importo può arrivare fino a un massimo di € 3.360.
Va ricordato, che il beneficio potrà essere goduto per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per ulteriori 12 mesi. Allo scadere dei periodi di rinnovo è sempre prevista la sospensione di un mese.
In questi ultimi 10 anni – prosegue Mastrovito – si sono avvicendate ben cinque misure di contrasto alla povertà, segno che una soluzione strutturale non si è ancora trovata, ma è quanto mai necessaria ed urgente. Le stime dell’Alleanza contro la Povertà, che annovera al suo interno 35 tra associazioni, tra cui le Acli, non sono incoraggianti all’indomani dell’insuccesso della piattaforma Supporto formazione e lavoro che non funziona né ha fornito risposte concrete (300mila persone da agosto hanno perso il RdC senza prese in carico ne il promesso sussidio di € 350).
La gravità della situazione e il trend negativo di crescita dei livelli di povertà relativa e assoluta, sono peraltro confermati dai Rapporti di Istat e Caritas, sui dati del 2022. La nostra preoccupazione – conclude Mastrovito – è che si crei una nuova platea di poveri ed a fronte di una povertà che si struttura e cronicizza, si resti orfani di politiche strutturali di contrasto alla povertà