“I nuovi si devono ambientare perché necessitano di una stabilità emozionale. Non parlano una parola d’italiano, qualcuno nemmeno una lingua percettebile. Dobbiamo avere pazienza, permettergli di integrarli al meglio perché siamo alle prese con nuove sfide, partendo dalla lingua agli atteggiamenti in campo affinchè possano essere utili. Cabral è l’unico che conosce già il campionato e può velocizzare i suoi progressi, con un’esperienza già importante in un modulo che lo vede agire sulla fascia ma lo sto valutando anche in altre posizioni. Tchaouna? E’ un sinistro che gioca sulla destra ma che ha fisicità. Sa che deve migliorare molti aspetti, come non cercare sempre l’uno contro uno. Il calcio francese è molto diverso da quello italiano ed è per questo che deve fare molta strada. Ma ha voglia di fare”. Erano queste le parole dell’oggi ex tecnico della Salernitana Paulo Sousa il 2 settembre prima del match dei granata a Lecce dove i campani persero miseramente. Dichiarazioni che stridono ancor di più oggi, dopo la conferenza stampa di Iervolino che asserisce che molti dei nuovi arrivi non hanno ancora imparato la lingua italiana. Il problema è che sono passati 3 mesi e mezzo dalle dichiarazioni di Sousa