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Assegno unico 2024, le scadenze e cosa sapere per non perdere i soldi

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Nel 2023 l’assegno unico universale per i figli ha raggiunto 5,59 milioni di famiglie, per un totale di 8,89 milioni di figli a carico. Come stabilito dal Dlgs 230/2021 che disciplina questo tipo di aiuto, l’ammontare destinato ai genitori va adeguato ogni anno al costo della vita. L’inflazione ha portato il Governo ad adeguare l’importo della misura. Le quote attuali dell’assegno unico variano dal minimo di circa 54 euro al mese al massimo di 189,2 euro per ogni figlio, attribuite in base alle soglie Isee

Per chi ha figli sotto un anno di età o per le famiglie che hanno 3 oppure più figli fino al terzo anno di ciascun figlio (con limite Isee di 40mila euro), scatta una maggiorazione del 50% che porta l’assegno a un massimo di 262,5 euro al mese. La percentuale ufficiale verrà decisa con un comunicato di Istat a gennaio e andrà applicata sia sugli importi base per ciascun figlio, sia sulle soglie Isee sia sulle maggiorazioni

A fine 2022 l’Inps ha rivisto la regola per cui la domanda di Assegno unico universale doveva essere presentata ogni anno. Dal 2023 infatti il rinnovo è automatico, ma resta obbligatorio per la famiglia rinnovare l’Isee e comunicare eventuali variazioni che incidono sull’importo

La domanda va quindi presentata solo la prima volta, per esempio alla nascita del figlio. Ma per assicurarsi che l’importo resti correlato alla propria situazione reddituale, nei successivi anni si deve richiedere il rilascio della nuova attestazione del proprio Isee

Se per il 2024 non si aggiorna l’Isee, l’importo dell’Assegno unico universale si riduce al minimo. Per richiedere l’Isee 2024 si ha tempo fino al 29 febbraio 2024, altrimenti da marzo si subirà il taglio

Altra data da segnare è quella del 30 giugno 2024, termine entro il quale si deve effettuare il ricalcolo a decorrere dall’1 marzo e avere il pagamento degli arretrati. Per chi effettua il rinnovo dell’Isee dopo luglio, l’importo viene ricalcolato a decorrere dalle mensilità successive, senza effetti retroattivi. Insomma, niente conguaglio

Tra le condizioni che obbligano la comunicazione della variazione di Isee all’Inps c’è la nascita di un altro figlio o figlia. Non basta richiedere un nuovo Indicatore, serve mandare la comunicazione attraverso il servizio dedicato. Dopo aver comunicato il nuovo nato, indicandone il codice fiscale, l’Inps sblocca il pagamento dell’ulteriore quota di Assegno unico. L’Isee rinnovato può essere anche presentato dopo la comunicazione, ma entro 120 giorni dalla data di nascita

L’Assegno unico spetta anche ai maggiorenni, fino al compimento dei 21 anni, se soddisfano determinate condizioni. Quando fanno 18 anni, quindi, bisogna comunicarlo all’Inps, sempre tramite l’area dedicata MyInps. La modifica deve essere tempestiva, anche perché non è retroattiva

Oltre ai casi già citati, si deve comunicare prontamente all’Inps anche il cambiamento relativo allo stato di disabilità del figlio (ad esempio per aggravamento); variazione dello status di studente per figli di età compresa tra i 18 e i 21 anni; separazione dei coniugi; nuova ripartizione dell’assegno tra i genitori; variazione delle modalità di pagamento

Gli importi dovuti per ciascun figlio possono essere maggiorati in caso di: nuclei numerosi (per i figli successivi al secondo); madri di età inferiore a 21 anni; nuclei con quattro o più figli; figli affetti da disabilità; figli di età inferiore a un anno; figli di età compresa tra 1 e 3 anni per nuclei con tre o più figli e Isee fino a 43.240 euro

 

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