Lo spettacolo, tratto dal romanzo scritto e interpretato dallo stesso prof. Apolito, insieme a Floriana Attanasio, voce e tamburo, e Antonio Giordano, voce, zampogna e chitarra battente, parla dei contadini della Lucania, in un momento di profonde trasformazioni a cavallo tra XVIII e XIX secolo. Le loro storie, interpretate in un’alternanza di voci, musiche e canti, rivivono attraverso la storia di Teresa, di suo padre Nunzio, suonatore di zampogna, e delle tante famiglie contadine i cui destini si incrociano formando la trama di una storia che è la storia di tutti i Sud dell’Italia caratterizzata dall’esclusione sociale, dalla miseria economica e sociale e dalla subalternità culturale negli anni della costituzione dello Stato italiano che non cesseranno se non dopo la seconda guerra mondiale.
Paolo Apolito ha insegnato Antropologia culturale all’Università di Roma Tre e all’ Università di Salerno, dedicando particolare attenzione ai fenomeni religiosi e rituali, alle feste ed ai ritmi musicali della civiltà contadina.
All’incontro hanno pertecipato: Raffaella Bonaudo, Soprintendente ABAP di SA e AV, Rosa Maria Vitola, funzionario responsabile settore demoetnoantropologico e beni immateriali della SABAP di SA e AV, Katia Ballacchino, Professore Associato di discipline demoetnoantropologiche (DiSPS) presso l’Università degli Studi di Salerno, Carla Maurano, membro del Comitato Internazionale sul Patrimonio Immateriale ICH e dell’Associazione UNI in STRADA di Salerno e Michele Faiella, funzionario per la Promozione e Comunicazione della SABAP di SA e AV.
L’evento è servito per promuovere, valorizzare e trasmettere, soprattutto alle giovani generazioni, il valore di un patrimonio culturale, quale appunto quello dei beni immateriali, fondamentale per il recupero della nostra identità culturale e delle nostre tradizioni oltre che della nostra storia sociale e politica. Preziosa, quindi, è stata la partecipazione dei giovani studenti salernitani del Liceo Classico “T. Tasso” e il Liceo Scientifico “F. Severi”, con i quali spesso la Soprintendenza di Salerno e Avellino ha condiviso incontri ed eventi culturali.
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