Lo riporta Il Messaggero, secondo cui il testo di legge – a cui hanno lavorato il Ministero della Pubblica amministrazione e quello dell’Università e della Ricerca – è già pronto nella sua prima versione. Si parla più o meno di 17mila posti
Il quadro è però in evoluzione. Nei Comuni, ad esempio, i numeri disponibili potrebbero essere ancora di più, perché c’è la possibilità di destinare il 20% delle risorse per le nuove assunzioni proprio a giovani e giovanissimi
Contratti di apprendistato e contratti di formazione-lavoro, di solito più diffusi nel settore privato, dovrebbero essere i mezzi principali attraverso cui portare avanti quest’opera di ringiovanimento degli uffici pubblici
Attenzione particolare, come detto, sarà data in primis agli under 24, cioè a chi si è appena laureato o è in procinto di discutere la tesi
Il quotidiano romano spiega che – secondo i piani – laureandi e neolaureati verranno inseriti nelle Pa con stipendi intorno ai 1700 euro (livello di funzionario)
Le posizioni aperte verranno inserite sul portale InPa, quella ufficiale per i concorsi pubblici. Sembra che il 25% del giudizio finale dipenderà dal voto ponderato ottenuto con gli esami universitari. Anche le esperienze professionali influiranno
Le prove sembra che saranno così organizzate: a un esame scritto (anche quiz a risposta multipla) seguirà un colloquio finale. Le selezioni avverranno su base territoriale e gli enti potranno stringere accordi diretti con le Università della loro zona
Per chi verrà assunto si prospetta prima la possibilità di un contratto a termine. La durata sarà di 36 mesi
Con valutazione positiva del dirigente di riferimento, il contratto potrà essere trasformato in indeterminato
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