E quanto hanno accertato nel fare la spesa – come riporta il quotidiano “Il Mattino” oggi in edicola – i consumatori e le associazioni che li tutelano.
Rincari energetici e inflazione sembrano aver pesato sulle tasche dei cittadini, anche se in misura ridotta rispetto a quello che è il dato nazionale elaborato dal Codacons, secondo il quale il Natale 2023 ha visto un più 14,8 per cento di uscite se paragonato a quello 2022, per un costo complessivo di poco meno di 23 miliardi di lire.
Tra alimentari, viaggi, regali e ristorazione, il desiderio di rispettare la tradizione costringerà molte famiglie e tirare la cinghia nei giorni successivi alle festività.
In questi giorni è difficile reperire peperoni e fagiolini a meno di 3 euro al chilo e melanzane a 2,50. Più o meno invariato il costo della frutta: per un chilo di arance si spendono poco meno di 2 euro, idem per i mandarini, mentre l’uva è arrivata a costare 7 euro al chilo.
Il prezzo del pesce che non può mancare sulle tavole delle feste, invece, ha subito un ritocco del 10 per cento, con una impennata del 20 per il baccalà.
Ostriche e lupini si attestano sui 15-18 euro al chilo, per le pregiate vongole sarde ne occorrono 50. S
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