In tutte le regioni italiane, il livello di incidenza delle sindromi simil-influenzali è sopra la soglia basale, tranne in Basilicata. Quattro regioni hanno superato la soglia di entità ‘molto alta’ dell’incidenza (Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Campania).
La curva epidemica delle sindromi simil-influenzali – segnalano dal Dipartimento Malattie Infettive dell’Iss – mostra un valore dell’incidenza mai raggiunto nelle stagioni precedenti dal 2009 ad oggi.
Tra i virus influenzali, quelli di tipo A risultano prevalenti (98,5%) rispetto ai virus di tipo B e appartengono per la maggior parte al sottotipo H1N1pdm09.
A commentare i dati è l’epidemiologo e consigliere regionale Pier Luigi Lopalco: “Un picco mai registrato prima. Mai viste tante sindromi influenzali: non nell’anno della pandemia H1N1 (2009), non nel 2017-18, anno record dell’ultimo periodo. Non sorprendiamoci, dunque, se i pronto soccorso in tutta Italia sono sotto pressione, i reparti pieni di pazienti e – ahimè – tanto personale sanitario in malattia a causa dell’influenza & C”.
Il ministero, osserva, “cerca di correre ai ripari con open-day vaccinali e decreti di estensione dell’obbligo all’uso di mascherine nei reparti. Interventi deboli e tardivi. La prevenzione si chiama così perché deve intervenire prima dei guai”.
E così dispensa tre consigli e semplici regole per “limitare i danni nella nostra stretta cerchia di amici e parenti”: “Non è tardi per vaccinarsi: il picco dei contagi non è ancora arrivato e comunque questa ondata durerà almeno fino a febbraio. Il vaccino contro l’influenza in un braccio e quello contro Covid19 nell’altro”, è il primo punto.
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