La rivendicazione è arrivata poco dopo che i mezzi di informazione statali iraniani hanno diramato la conferma delle forze di polizia sulla natura suicida degli attentati, smentendo la notizia delle valigette esplosive attivate da remoto, circolate nella serata del 3 gennaio. L’agenzia di stampa iraniana Irna ha affermato che dall’esame delle prove nelle indagini preliminari, compresi i filmati delle telecamere a circuito chiuso, è certo che la prima esplosione è stata un attacco suicida. L’altra esplosione è stata “probabilmente la stessa”, ma le indagini continuano.
Tra le più di 24 ore che hanno separato l’attentato dalla rivendicazione, Teheran ha lanciato diverse accuse. In seguito alle esplosioni, il presidente iraniano Ebrahim Raeisi e il ministro dell’Interno Ahmad Vahidi avevano accennato al coinvolgimento di Israele e degli Stati Uniti, senza però fare alcuna deduzione diretta.
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