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Tanto paga sempre Pantalone (di Giuseppe Fauceglia)

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Ai toni trionfalistici dell’amministrazione comunale della nostra città, che si leggono nelle dichiarazioni di alcuni componenti della Giunta in occasione del concerto di fine d’anno dei Pooh, si accompagnano le considerazioni di chi, tra il pubblico e non nel “salotto” riservato alle autorità, ha avuto modo di assistere allo spettacolo.

Il Sindaco Vincenzo Napoli ha, poi, imprudentemente lanciato lo “spoiler”, “Salerno ha vinto”. Si comincia con rilevare che la collocazione del palco e la strumentazione acustica si è presentata completamente inadeguata: le persone che hanno trovato posto ai lati del palco non hanno potuto apprezzare le note (a volte fuori tempo e stonate) dei Pooh.

Certamente non si può pretendere un ascolto selezionato come quello dei teatri, ma organizzare un concerto su una piazza che si sviluppa completamente sul mare (dunque, spazi aperti) avrebbe richiesto una maggiore attenzione sull’adeguatezza degli impianti. Se una città vuole, come ritiene l’amministrazione, definirsi a misura di eventi, turismo e commercio dovrebbe anche porre attenzione alle problematiche che possono insorgere.

Se si vuole davvero organizzare lo spazio di piazza della Libertà, su cui dovrebbe sorgere il mausoleo di celebrazione del Suo ideatore, per i grandi eventi, sarebbe opportuno seguire almeno l’esempio organizzativo del Comune di Napoli, che sugli impianti acustici ha scommesso.

Di certo, va riconosciuta una certa efficienza sulla sicurezza, anche se, in occasione delle Luci di Artista, si registra una qualche approssimazione del piano traffico, e ciò, per chi non ha gli occhi foderati dal prosciutto della propaganda, si è manifestato pure in occasione del concerto del 31 dicembre.

Poi vanno valutati i costi dell’evento, complessivamente pari a circa 570.000 euro, cifra che appare non proporzionata alla “qualità” offerta al pubblico, a nulla valendo il determinante contributo regionale, posto che questi oneri, direttamente o indirettamente, cadranno sui cittadini. Se si confrontano i costi di altre città (penso, ad esempio, a Pescara) in occasione dei concerti di fine anno, si può constarne l’evidente sproporzione.

Il problema, allora, non è quello di utilizzare la piazza per eventi importanti, anche in estate, perché questo porterebbe sicuramente un beneficio alla città, ma di saperli organizzare bene, e di scegliere soprattutto spettacoli di qualità, come opportunamente sottolinea l’assessore Ferrara.

Ci si chiede, con tutta onestà, se un Comune che ha aderito al cosiddetto decreto Salva Città, dunque trovandosi in una situazione di “quasi dissesto”, possa sopportare spese a volte irrazionali (è sotto gli occhi di tutti il cantiere improvvidamente aperto e poi chiuso, in occasione delle Luci di Artista, al corso Vittorio Emanuele) ed eccessive.

Si ricorda che, nonostante l’opposizione di una parte delle minoranze consiliari in occasione dell’approvazione del bilancio, è stato deliberato l’aumento progressivo delle aliquote della addizionale comunale dallo 0,9 del 2023 all’1,1 del 2024 e del 2025.

La Giunta, come nota Giovanna Di Giorgio in un recente articolo apparso su “Il Mattino”, ha stabilito questo aumento in attuazione delle misure di riequilibrio finanziario, approvate nell’accordo con la Presidenza del Consiglio dei Ministri per il ripiano dell’enorme disavanzo in cui versa il Comune di Salerno.

Orbene, se una famiglia è oberata dai debiti, non pare logico che il capofamiglia faccia pasteggiare i propri familiari con ostriche, caviale e champagne di rinomata marca francese. Sarebbe necessario, specie in assenza di qualsiasi controllo, un maggior equilibrio, posto che quei costi saranno sopportati da tutti i cittadini.

L’anno si è aperto con l’improvvida adozione del c.d. piano di dimensionamento delle scuole cittadine e relativi accorpamenti, che sembrano essere stati fati con il gioco del lancio dei dadi, senza tener conto della particolarità territoriale delle frazioni collinari e delle esigenze di famiglie e scolari, nonché accorpando – non si comprende per quali ragioni – l’Istituto “Matteo Mari” con il lontano Istituto “Barra”. Sul tema, si ricordano le puntuali osservazioni tecniche della dirigente scolastica Melania Santarcangelo in un articolo pubblicato su “Cronache”, che avrebbero richiesto una maggiore attenzione da parte del disattento assessore competente in materia.

Insomma, assistiamo, come da qualche decennio, all’opera di dilettanti allo sbaraglio, che si esibiscono sfrontatamente senza i fischi e i pernacchi del pubblico della nota trasmissione di Corrado. Tanto per le inefficienze e per il disastro economico sarà sempre Pantalone a dover pagare.

Giuseppe Fauceglia

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