«Abbiamo raggiunto le stazioni di Centola e Pisciotta-Palinuro a bordo di pullman di aziende private e non abbiamo avuto alcun problema – aggiunge la 17enne -. Presso gli scali ferroviari c’erano anche addetti alla sicurezza. L’incubo è iniziato quando siamo scesi alla stazione di Vallo Scalo per raggiungere la scuola – continua – i pullman di BusItalia erano pieni come carri bestiame. Io ho deciso di aspettare quello successivo e sono arrivata in ritardo, altri miei amici si sono infilati nel bus dopo spintoni e qualche scaramuccia. Un vero e proprio disagio. Andare così a scuola sarà impossibile».
Stessa situazione al ritorno, stesse dinamiche, stesse disservizi con il percorso invertito. «Abbiamo rischiato per una manciata di secondi di non salire sul treno per il ritorno a casa. Se perdiamo la coincidenza, arriviamo un’ora e mezza dopo a Pisciotta e poi devono essere i nostri genitori a venire a prenderci – racconta un altro studente -. All’andata tutto liscio, ma poi il servizio di BusItalia a Vallo Scalo è davvero deludente».
Altri ragazzi, invece, sono stati costretti a partire alle 7 del mattino viaggiando lungo l’ex strada statale 18 tra i comuni di Massicelle, Montano, Cuccaro, Futani, Ceraso e Vallo. «Un’odissea – raccontano – mia mamma è rimasta in contatto costantemente con me. Le strade dell’entroterra sono strette e trafficate, poi piene di insidie. Ci sono frane, smottamenti, restringimenti di carreggiata. Non è possibile andare a scuola in questo modo. Sembra di stare al terzo mondo».
Sempre a Centola problemi anche per gli studenti iscritti all’istituto alberghiero di Maratea, costretti a stare più di un’ora in stazione perché il collegamento BusItalia non garantisce la coincidenza con il treno. Insomma, primo giorno che doveva essere un banco di prova per il nuovo sistema di trasporto scolastico ma che si è tramutato in un incubo per gli studenti del Basso Cilento.
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