“Un provvedimento assolutamente non in linea con quanto avviene nelle altre Regioni limitrofe – osserva Tommasetti – Basti pensare che la Regione Basilicata con un provvedimento di modifica al calendario venatorio ha posticipato la chiusura del prelievo della beccaccia e dei turdidi al 31 gennaio 2024, mentre la Regione Puglia con delibera di giunta ha disposto il prolungamento della specie tordo bottaccio e tordo sassello al 31 gennaio e il prolungamento della caccia alla beccaccia dal 20 gennaio al 31 gennaio 2024. La Regione Calabria addirittura già nel calendario venatorio per la stagione 2023/2024 aveva previsto la chiusura della caccia ai turdidi ed alla beccaccia al 31 gennaio 2024”.
Tommasetti rimarca lo scopo di tali decisioni: “I dati forniti da Ispra sui periodi di migrazione dei turdidi e della beccaccia, posti a base dell’aggiornamento 2021, non sono allineati rispetto a quelli degli altri stati membri dell’Area Bacino del Mediterraneo, nonché predisposti senza un tavolo di confronto con i portatori di interesse e senza considerare alcuni recenti ed importanti lavori scientifici in ordine alle effettive date di migrazione”.
Da sempre a difesa degli interessi della categoria dei cacciatori, il consigliere regionale insiste: “Auspico che la giunta regionale della Campania, e in particolare l’assessore all’Agricoltura ed alla Caccia, adottino un immediato provvedimento amministrativo che adegui per quanto riguarda i turdidi e la beccaccia il calendario venatorio della Regione Campania a quello delle regioni confinanti (Calabria, Basilicata e Puglia), in perfetta aderenza con quanto richiesto a gran voce dalle principali associazioni venatorie, ossia Enalcaccia, Fidc, Arcicaccia, Italcaccia e Anuu. Ciò ricordando altresì che la Regione Campania ha istituito l’Osservatorio Regionale che avrebbe proprio il compito di fornire dati che possano confutare quelli dell’Ispra”.
Tommasetti non risparmia critiche: “I cacciatori campani sono stati anche stavolta fortemente penalizzati come d’altronde già avvenuto nel recente passato sulla vicenda della mancata approvazione dei piani faunistico-venatori provinciali. Nessun rispetto nei confronti di una categoria che versa nelle casse regionali le relative tasse previste per esercitare le proprie facoltà nei vari ambiti territoriali di caccia e che oggi vive una condizione di malcontento diffuso e assolutamente giustificato”.