Si tratta, d’altro canto, di quelle risorse grazie alle quali è possibile realizzare moltissime delle attività che hanno reso e potranno ancora rendere il nostro Paese, ed in particolare il Sud, attrattivo, competitivo e capace di esprimere, come è nel suo patrimonio genetico, creatività ed innovazione in grado di determinare nuova ricchezza e nuova occupazione, crescita e sviluppo. Giffoni c’è. Io ci metto la faccia come sempre faccio, senza ambiguità, nonostante in questi anni le risorse a noi destinate siano state inspiegabilmente ridotte pur di fronte a risultati unici ed indiscutibili. Lo faccio con la convinzione di chi sa che, grazie a questi fondi, si potranno realizzare progetti utilissimi per i nostri territori”, è questa la posizione di Claudio Gubitosi, fondatore di Giffoni, che al riguardo lancia una precisa proposta indirizzata in particolare ai tanti operatori culturali che lavorano e prestano il proprio ingegno nelle Regioni meridionali.
“Le risorse dell’FSC – aggiunge Gubitosi – sono necessarie per realizzare investimenti destinati alle infrastrutture e all’ambiente, ma sono fondamentali anche per la cultura, il turismo, le politiche sociali e quelle dedicate all’inclusione. E’ evidente come queste siano di vitale importanza per imprimere quella necessaria accelerazione sui processi di contrasto alle sperequazioni che da sempre si registrano tra aree del nostro Paese, per colmare quel gap che indiscutibilmente esiste tra Nord e Sud e che fa dell’Italia un Paese a doppia velocità, per limitare il fenomeno dello spopolamento di un Meridione sempre più povero in termini di nuove energie e dal quale fuggono le sue migliori intelligenze, impossibilitate a trovarvi le condizioni di realizzazione delle proprie esistenze”.
“Al ministro Fitto – spiega ancora il fondatore di Giffoni – uomo del Sud e che dal Sud è partito nella sua lunga ed articolata attività politica ed amministrativa, mi piace ricordare come proprio in queste settimane abbiamo ricevuto da parte del Nuvap, il Nucleo di Valutazione e Analisi per la Programmazione, che è un’articolazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed, in particolare, del suo dicastero, un interessantissimo report che arriva al termine di una lunga e complessa attività di studio e di approfondimento sull’utilizzo delle risorse destinate alla cultura nel Mezzogiorno – studio che per la Campania ha riguardato noi ed il Real Sito di Carditello – dal quale si evidenzia come gli investimenti destinati a Giffoni, indirizzati in particolare alla nostra dotazione infrastrutturale, abbiano reso possibile fare di noi ciò che oggi siamo, un riferimento di rilievo mondiale nel complicato e faticoso processo di sostegno alle nuove generazioni sul terreno delle attività culturali e sociali, ma anche nella costruzione di prospettive occupazionali e di sviluppo territoriale.
Il Nuvap ha così certificato in maniera incontrovertibile il successo degli investimenti europei, nazionali e regionali destinati a quello che è stato definito il caso Giffoni. Ecco perché dico con estrema convinzione come queste risorse ancora oggi non nelle disponibilità delle Regioni meridionali rappresentino uno strumento utile e necessario, vitale per non bloccare i processi di sviluppo delle nostre comunità. E’ giusto che siano, d’altro canto, le Regioni a programmare utilizzo e destinazione di questi fondi. Modalità centralistiche, e il passato ce lo insegna, spesso hanno determinato investimenti poco calibrati e poco a fuoco per quelle che sono le reali vocazioni dei territori.”
“Come operatori culturali – aggiunge – non possiamo restare a guardare e lasciare soli i presidenti delle Regioni a rivendicare quello che è un loro ed un nostro diritto. L’auspicio è che al più presto e con buonsenso politico, umano ed amministrativo questa vicenda possa risolversi per il meglio. Siamo ormai a febbraio e per quanti la programmazione è un elemento determinante nell’attivazione dei processi creativi si sta determinando un vulnus.
Non vorrei che per la prima volta fossimo costretti ad uno sciopero della cultura che sarebbe dannoso per tutti, per l’immagine dell’Italia, per le politiche culturali che da sempre qualificano il nostro Paese. Dobbiamo mostrare, è proprio il caso di dirlo, quella coesione che spesso non siamo in grado di esprimere come Mezzogiorno d’Italia. Troppe volte abbiamo dimostrato di essere bravissimi a dividerci, a farci la guerra. Questa volta serve uno scatto di responsabilità in grado di determinare solidarietà ed una visione lucida ed unitaria”.
“Giffoni, come il Nuvap ha scritto in maniera chiarissima – così conclude il suo fondatore – rappresenta un caso emblematico di utilizzo virtuoso delle risorse. Abbiamo ancora molto da fare e tanto da dire. Ecco perché sarebbe un vero peccato determinare ritardi e imporre ritmi claudicanti a tutti quei processi di sviluppo che, al contrario, necessitano di continuità e di progressione. Conosco la sensibilità della Premier Meloni che ha sempre mostrato reale apprezzamento per la realtà di Giffoni e che dimostra sempre grande attenzione per le aree marginali del nostro Paese.
Conosco da anni molti dei componenti di questo Governo. E’ a loro che sento di appellarmi in questo momento. Mi appello, inoltre, ai rappresentanti politici di questa regione a superare i conflitti legati alle appartenenze di schieramento perché questa è una vicenda che tocca tutti e che riguarda tutti. E’ a loro in particolare che sento di chiedere se sono davvero consapevoli di quello che già sta succedendo sulla nostra pelle e di come questo deficit di programmazione che stiamo subendo si stia già rivelando molto dannoso.
Le divaricazioni non servono e spesso sono pericolose. Ecco perché chiedo che si possa arrivare ad una rapida soluzione di questa controversia. Chi conosce la nostra storia sa che Giffoni è stato sempre equidistante dalla politica. Da noi, al contrario, la politica ha sempre avuto modo di ritrovare il suo lato umano in una zona franca in cui le idee non subiscono mai censura e hanno, invece, uno spazio libero di espressione. Questa volta è diverso: abbiamo deciso di prendere posizione, al di là delle forzature dialettiche che pure conosciamo e che appartengono appunto al gioco della politica. E’ per tutte queste ragioni che siamo convinti che la posizione assunta dalla Regione Campania sia legittima e necessaria perché va nell’interesse esclusivo dei nostri territori e delle opportunità di crescita di cui abbiamo maledettamente bisogno”.